Cronache

Le storie di chi è morto a causa del maltempo in Sicilia

Ha fatto il giro del mondo la tragica storia delle due famiglie cancellate dal maltempo a Casteldaccia, ma questo sabato maledetto in Sicilia ha portato via anche altre vite tra Palermo ed Agrigento: ecco gli episodi che stanno commuovendo l'isola e non solo

Le storie di chi è morto a causa del maltempo in Sicilia

Nomi, volti, storie e vite che hanno beffardamente incrociato la traiettoria di un disgraziato maltempo in una serata di sabato che doveva essere di festa, di vacanza o di relax. Non solo le due famiglie tragicamente scomparse a Casteldaccia all’interno di una villetta che, probabilmente per via della sua posizione, si è trasformata in una trappola mortale. La Sicilia piange anche vittime la cui vita è stata repentinamente sbalzata dai temporali che hanno flagellato l’isola. È sotto shock ad esempio la comunità di Cammarata. Si tratta di un comune montano, a ridosso della cima dell’omonimo monte che rappresenta anche la vetta più alta della provincia di Agrigento.

Qui è forte il senso di appartenenza alla montagna, non c’è un abitante di Cammarata o della confinante San Giovanni Gemini che non conosca palmo a palmo questo monte, dalla valle dove scorre il Tumarrano fino ai boschi che arrivano in una cima contrassegnata da anni dalla presenza di alcune antenne televisive. Ed è proprio diretto, in questo sabato maledetto, in una delle contrade di campagna attorno Cammarata Cosimo Fustaino, di 54 anni. L’uomo è originario di queste campagne, ma da anni si è trasferito a Francoforte dove vive assieme alla propria moglie tedesca Nikol. Anche quando si risiede fuori per un siciliano è difficile staccare i legami con la propria terra ed infatti, come raccontato nelle scorse ore dai suoi amici, Cosimo Fustaino almeno due volte all’anno scende a trovare la sorella. Atterrato all’aeroporto di Palermo, Fustaino assieme alla moglie hanno noleggiato un’auto allo scalo palermitano mettendosi in viaggio in direzione Cammarata. Il diluvio li ha sorpresi proprio mentre oramai erano vicini alla loro meta: si trovavano in contrada Sant’Onofrio, qui l’arteria principale è la Sp 26 che collega Cammarata con la vicina Castronovo di Sicilia. Una scorciatoia, visto il tempo e la necessità di arrivare a casa il prima possibile, oppure la perdita di orientamento dovuta alla poca visibilità: non si conosce, e forse non lo si conoscerà mai, il motivo per il quale Cosimo Fustaino ha lasciato la più comoda Sp 26 a favore di una stradina più interna. Si tratta di una via che è poco più di una classica trazzera di campagna, già ricolma di fango per via delle piogge del venerdì: il temporale ha trasformato alcuni piccoli torrenti della contrada in fiumi in piena capaci di travolgere tutto. E purtroppo, mentre la coppia arrivata da Francoforte attraversava un piccolo ponte, l’acqua li ha presi in pieno e non ha lasciato loro scampo.

Così come accertato dai soccorritori il giorno dopo, quando il tempo ha concesso tregua ed ha permesso le ricerche dei due dati subito per dispersi dai familiari, la loro auto è stata sbalzata in un burrone profondo trenta metri. Non c’è stato scampo ed il maltempo dunque ha portato via due vite che stavano semplicemente raggiungendo casa per trascorrere il sabato con i parenti. Attualmente sono ancora in corso le operazioni di recupero delle vittime: come spiegato dai Vigili del Fuoco, per via del tanto fango e dei tanti detriti è difficile riportare tutto in superficie. Cammarata piange dunque due vittime innocenti, verrà anche proclamato il lutto cittadino. Ma per il paese ed il suo territorio le brutte notizie non arrivano solo dal tragico conteggio dei morti. Molte attività risultano danneggiate: ristoranti invasi dall’acqua, negozi allagati, strade dissestate e muri di alcune abitazioni crollati. È un autentico bollettino di guerra per la cittadina montana e per la vicina San Giovanni Gemini: mentre in tanti sabato guardavano con apprensione le esondazioni nei pressi di Sciacca e dei comuni costieri della provincia di Agrigento, il temporale faceva i suoi gravi danni e le sue vittime anche nell’entroterra.

Ed è ancora più addentrata la cittadina di Vicari, in provincia di Palermo. Qui risulta un’altra vittima: si chiamava Alessandro Scavone ed aveva 44 anni. Scavone era molto noto nella sua città, a Salemi, lì dove era consigliere comunale. Un’esperienza politica la sua che si è incrociata con quella di Vittorio Sgarbi, che di Salemi è stato sindaco dieci anni fa. Ed infatti lo stesso critico d’arte lo ha voluto ricordare con un video apparso sulla propria pagina Facebook mentre era a Tirana: “Alessandro era un uomo giusto – ha dichiarato Sgarbi – è morto da uomo giusto”. La storia di Alessandro Scavone ha commosso e sta commuovendo tanti in Sicilia. Non solo politico, ma anche imprenditore impegnato, come molti nel Belice, nel settore vitivinicolo. Ma tra le sue attività, spiccano anche quelle inerenti la titolarità di alcune pompe di benzina. Una di queste si trova a Vicari, lì dove il maltempo già da alcune ore aveva messo in ginocchio sia il paese e sia la sottostante statale Palermo – Agrigento resa quasi subito impraticabile dalle piene dei torrenti. Sapendo un amico in difficoltà proprio nei presso del distributore da lui gestito, nonostante le condizioni delle strade e del meteo, Alessandro Scavone non c’ha pensato su due volte e con la sua jeep è andato a soccorrere la persona rimasta bloccata per la pioggia. Ma in quel momento, il fiume San Leonardo in piena ha iniziato ad invadere tutto quello che trovava lungo la strada. La jeep di Scavone è stata presa in pieno, per il giovane consigliere comunale non c’è stato nulla da fare. Adesso a Salemi, e nel resto della Sicilia, si piange anche questa giovane vita morta mentre provava ad aiutare un amico.

Ecco le tante e troppe storie che hanno trasformato un normale sabato sera siciliano, fatto come di consuetudine di incontri con parenti ed amici, in un dramma i cui danni sono sotto gli occhi degli abitanti dell’isola.

Il sole che da ore adesso fa capolino sulla Sicilia rassicura chi è scampato al maltempo, ma con la sua luce mette ancora più in evidenza l’orrore ed i danni lasciati dalla scia di quelle ore terribile del fine settimana.

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