Cronache

Superstite di Nassiriya restituisce medaglia d'oro: ora deve pagare il conio

Pietro Sini, scampato alla strage di Nassiriya, aveva restituito la medaglia al valore per protesta. Ora gli è stato chiesto il pagamento di quanto speso per il conio

Superstite di Nassiriya restituisce medaglia d'oro: ora deve pagare il conio

Oltre al danno, la beffa. Non solo rimase coinvolto nell'attentato a Nassiriya, nel novembre 2003, ma ora deve anche pagare quanto speso per il conio della sua medaglia al valore.

Pietro Sini, 55anni di Porto Torres, era un appuntato dei carabinieri quando, il 12 novembre 2003, un camion cisterna pieno di esposivo scoppiò davanti alla base militare italiana a Nassiriya. L'attentato provocò 28 morti, di cui 19 italiani. Pietro, invece, si era salvato e aveva cercato di aiutare i compagni feriti. Per il suo eroismo aveva ricevuto la medaglia al valore. Ma, qualche anno fa, Sini aveva restituito quella medaglia al comando generale dell'Arma, per protesta contro lo Stato, che non gli aveva riconosciuto l'aggravamento della sua invalidità, ferma al 25%. "Dal giorno di quel gesto nessuno mi ha mai chiamato per parlarmi, per chiedere il motivo della mia decisione- racconta il carabiniere in congedo all'Ansa-in compenso hanno voluto la mia presenza alle cerimonie e alle commemorazioni: 'la mia figura è importante per tutti', mi dicevano".

Poi, qualche giorno fa, alcune telefonate sono arrivate, ma non del tenore che aveva sperato Sini: "Mi hanno detto di andare in caserma a ritirare un atto della Prefettura di Sassari, mantenendo la massima riservatezza sul contenuto". E in caserma ha ricevuto un'ulteriore sorpresa sgradita: nell'atto gli viene chiesto di pagare la somma, pari a 1.410 euro, versata per il conio della medaglia d'oro da lui rifiutata. "È una cosa assurda- ha commentato Sini- sono stato io stesso, a mie spese, a restituire la medaglia portandola fino a Roma.

Sono sicuro: questa è una presa di posizione contro di me, perché li ho affrontai pubblicamente".

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