Cronache

Taranto, l'ultimo saluto a Nadia Toffa

Nel capoluogo pugliese, che le aveva assegnato la cittadinanza onoraria, è stata celebrata una messa per la "Iena" di Italia 1. Alla celebrazione hanno partecipato molti tarantini, le istituzioni e le associazioni di volontariato

Taranto, l'ultimo saluto a Nadia Toffa

Uno skyline quasi spettrale quello di Taranto. Il campanile della chiesa e, in prospettiva, le ciminiere di Arcelor Mittal, la più grande acciaieria d'Europa alle porte della città. Il rintocco delle campane segue il passo mesto dei tarantini che entrano nella chiesa "Gesù Divin Lavoratore" per la celebrazione della messa organizzata per la morte della "Iena" di Italia 1, Nadia Toffa, cittadina onoraria di Taranto dal 14 gennaio scorso.

È stato come volerle restituire l'affetto che ha sempre dimostrato ai tarantini malati oncologici. Per anni Nadia Toffa è stata al loro fianco per combattere uno dei problemi più grandi che incombono sulla città: l'inquinamento e quindi la tutela della salute, con i suoi riflessi sulla salute pubblica. Alla fine, però, con la città sede del più grande impianto siderurgico d'Europa, a due passi dalle abitazioni, Nadia Toffa ha condiviso lo stesso dolore. Perché di tumore si è ammalata anche lei.
Toffa è stata anche madrina dell'iniziativa "Ie jesche pacce pe te" ("io sono pazzo di te", dichiarazione d'amore per Taranto, ndr), di cui è diventata testimonial a livello nazionale, per una raccolta fondi servita a destinare risorse alla sanità. Un progetto promosso da un bar che si trova in Piazza Gesù Divin Lavoratore, all'ombra delle ciminiere, e dall'associazione "Arcobaleno nel Cuore". La raccolta fondi, nella primavera del 2017, permise, con 337 mila euro, di realizzare il reparto di Oncoematologia Pediatrica all'ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Toffa, infatti, lanciò e promosse l'iniziativa benefica basata sulla vendita delle magliette.

"Una grossa perdita. Nadia veniva dal Nord, ma le piaceva Taranto, le nostre tradizioni, la nostra simpatia, la nostra accoglienza. Ha avuto fiducia in noi. Le regalai la maglietta e lei la mise in trasmissione per affetto e poi di lì è partita l'iniziativa di cui lei è stata madrina. Grazie a lei oggi i bambini di Taranto evitano di fare i viaggi della speranza e nel reparto in cui sono ricoverati possono anche ospitare i loro amichetti, giocare con loro all'interno di una ludoteca" ha dichiarato al Giornale.it Ignazio D'Andria titolare del "Mini Bar" che, come detto, nel 2017 aveva dato il via all'iniziativa che vedeva la Toffa testimonial.
Il sindaco, Rinaldo Melucci, ha disposto la bandiera a mezz'asta in segno di lutto. Presenti, tra tanti, alla messa, anche le istituzioni e i volontari delle associazioni "Simba" e "Mister Sorriso" che ogni giorno fanno compagnia e alleviano il dolore ai piccoli pazienti oncologici.
"Questo è un momento tristissimo. Per Taranto la presenza di Nadia Toffa è stata molto importante. Ricordiamo il clamore mediatico e l'apertura di un reparto così importante per Taranto. - ha dichiarato al Giornale.it Debora Cinquepalmi, assessore alla pubblica istruzione e affari generali del Comune di TarantoIo che ha continuato - Stamattina vedo qui tanti genitori che possono finalmente curare i loro figli nell'ospedale Santissima Annunziata. Ora il reparto conta più di cinquanta bambini in cura. Siamo passati dall'impossibilità di curarli a un problema di sovraffollamento del reparto. Noi come amministrazione non finiremo mai di dire grazie a Nadia. Nonostante la sua malattia non ha mai smesso di sorridere, è stata davvero una guerriera. Sapeva di essere un esempio per tante persone che soffrivano, che avevano il suo stesso male".
Solo pochi mesi fa Nadia Toffa era stata nella chiesa Gesù Divin Lavoratore per presentare il suo libro edito da Mondadori dal titolo "Fiorire d'inverno". "La malattia, l'avere bisogno di aiuto - aveva dichiarato la conduttrice televisiva durante l'incontro - mi hanno costretto a riprendere contatto con la mia parte più tenera e indifesa, quella più umana. Da piccola mi piaceva camminare sui prati imbiancati dalla neve e quando ero fortunata mi imbattevo in una famiglia di bucaneve. I loro boccioli, in apparenza fragili e piegati verso il basso, erano capaci di compiere un miracolo, fiorire in inverno. Ogni volta che ripenso alla mia vita e a tutto quello che è successo mi ricordo dei bucaneve, della loro audacia e del fatto che i miracoli accadono".

Il miracolo della vita, però, per Nadia Toffa ha smesso di essere.

E allora ritorna l'insegnamento di Orazio nelle Odi che la stessa Toffa aveva deciso di ricordare all'inizio del suo libro: "Mentre parliamo, il tempo invidioso sarà fuggito: cogli l'attimo e confida il meno possibile nel domani".

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