I segreti della magistratura

Terremoto nella magistratura: "Ha perso credibilità, si cambino le regole d'ingaggio"

Il libro di Alessandro Sallusti ha avuto pesanti ripercussioni sulla magistratura italiana, che ora pretende un cambio di passo

Terremoto nella magistratura: "Ha perso credibilità, si cambino le regole d'ingaggio"

Il sistema, il libro best-seller di Alessandro Sallusti, primo su Amazon fin dalla sua uscita, ha squarciato il velo dell'omertà sulla magistratura italiana, che ora risente del contraccolpo subito. L'Anm è in subbuglio e l'intervista del gip di Palermo Giuliano Castiglia, componente del Comitato direttivo centrale dell'Anm, rilasciata all'Adnkronos è la cartina di tornasole della tensione che in questi giorni serpeggia nei corridoi delle magistrature italiane. "Abbiamo deciso di scrivere la lettera appello perché pensiamo che in un ruolo in cui si trovano i due colleghi non ci possono essere ombre. Ma non è un'accusa alle persone, è un problema di salvaguardia dell'istituzione", spiega Castigli, che con altro 50 colleghi ha firmato un documento con il quale chiedono con fermezza al Procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi e al togato del Csm Giuseppe Cascini di "smentire in modo convincente" quanto raccontato da Luca Palamara.

Nel suo volume, Alessandro Sallusti ha raccolto il racconto di Luca Palamara, ex presidente dell'Anm, che ha rivelato l'esistenza di diversi incontri privati con Salvi e Cascini. È a questi incontri che fa riferimento la lettera di Giuliano Castiglia e dei suoi colleghi, che si concentrano principalmente su un un episodio. L'attenzione dei magistrati è rivolta a un incontro di Palamara con Salvi nel corso del quale il Procuratore della Cassazione avrebbe "caldeggiato la sua nomina a un importante incarico pubblico". Per quanto riguarda Cascini, invece, nella lettera si fa riferimento a una "pesante e indebita interferenza in un procedimento disciplinare a carico di un collega". Il magistrato in questione è Henry Woodcock. Ci sono tanti nomi illustri nella lettera indirizzata a Giovanni Salvi e Giuseppe Cascini e tra questi spiccano Clementina Forleo, gip di Roma, Gabriella Nuzzi, giudice del Riesame di Napoli, il sostituto procuratore generale di Messina Felice Lima, il pm di Bari Francesco Bretone, il gip di Ragusa Andrea Reale.

"Io non lo so se sono vere - e spero ovviamente che non lo siano - ma è chiaro che queste notizie creano una situazione di imbarazzo che pensiamo vada risolta. E va risolta con una adeguata e convincente smentita di queste notizie, che rassereni la situazione. È un problema di credibilità delle istituzioni", ha spiegato Giuliano Castiglia all'Adnkronos. "Siamo di fronte a magistrati che sostanzialmente gestiscono, chi in parte e chi, sotto il profilo disciplinare in toto, l'amministrazione di 8.000 magistrati e quindi indirettamente condizionano tutta la gestione amministrativa dell'ordinamento giudiziario. E sono ruoli su cui non ci possono essere cadute di credibilità di questo genere. I colleghi che hanno questo ruolo devono essere credibili al 100 per cento", prosegue il gip.

Il Sistema

La lettera sta avendo grande successo tra i magistrati e i firmatari crescono a vista d'occhio alla ricerca di una chiarezza doverosa sul racconto di Luca Palamara. Giuseppe Cascini ha già annunciato di avere dato mandato al suo legale per agire contro Palamara ma il gip Castiglia ha precisato: "È una affermazione positiva, quella di Cascini, meglio di non dire niente. È ovvio che il parametro della smentita è collegato a quello della 'contestazione'. Se la contestazione è generica, la smentita può essere altrettanto generica, se la contestazione è specifica, anche chi la vuole smentire ha un onere di specificità che, nel caso concreto, mi pare che non sia stato adeguatamente soddisfatto". Giuliano Castiglia mette le mani avanti sul racconto di Luca Palamara che, dal suo punto di vista, "va preso con le pinze, con la dovuta accortezza". Tuttavia, spiega il gip, "le cose che racconta sono molto gravi. Si assume delle serie responsabilità ma proprio per questo va tenuto in considerazione ciò che dice".

Il giudizio di Giuliano Castiglia sull'attuale situazione della magistratura è netto: "I magistrati la credibilità, se non l'hanno persa del tutto, l'hanno persa in grave misura e non si recupera se non si adottano delle modifiche del sistema di funzionamento dell'ordinamento giudiziario". Il gip di Palermo ci tiene a specificare che "nessuno ha interesse a fare processi ai singoli, a sacrificare qualcuno. Il problema è che c'è un vizio profondo del sistema e se non si interviene le cose continueranno così. È inutile fare proclami. Non è la prima volta che ci sono scandali nella magistratura. Ci si impegna a cambiare passo ma poi non cambia nulla". Il gip di Palermo sottolinea come "l problema della magistratura, in generale, è legato all'ormai sistema carrieristico e gerarchico, che è stato introdotto nella magistratura e ce ha creato un reticolo dentro il quale, come dimostrano le chat di Palamara, hanno un ruolo centrale la raccomandazione, le conoscenze, i rapporti di forza tra i gruppi, gli scambi".

Per Giuliano Castiglia "se non interviene il Parlamento a modificare le regole di funzionamento del sistema le cose non cambieranno mai, perché il sistema che è imperniato su un Csm in cui si lascia libertà ai gruppi organizzati in forma di partiti di selezionare i candidati e di conseguenza i componenti del Csm, è un sistema che va fuori dalla Costituzione". Questo perché "un Csm che rappresenta i partiti, cioè le correnti, non è rappresentativo dei magistrati". Castiglia , poi,prosegue: "La delibera con cui sono stati nominati sei componenti del comitato direttivo centrale della scuola della magistratura è stata adottata dal Csm dopo lo scandalo 'Champagne'. È una delibera annullata dal Tar e l'annullamento è stato confermato dal Consiglio di Stato con una sentenza che rende palese che il sistema di nomina continua a essere quello correntizio".

Secondo il gip di Palermo, "Il modo per recuperare la credibilità è solo quello di cambiare le regole di ingaggio, modificando le regole che alimentano i comportamenti distorsivi e sostituendole con altre che promuovono condotte funzionali agli interessi pubblici in gioco".

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