Cronache

Terrorismo, un fermo e un'espulsione per due fratelli tunisini

Due fratelli tunisini di 34 e 32 anni sono stati fermati a Foggia e a Padova per apologia di terrorismo. Inneggiavano all'Isis ed erano in contatto con estremisti islamici sui social network

Terrorismo, un fermo e un'espulsione per due fratelli tunisini

Erano in contatto, tramite i social network, con personaggi vicini all’estremismo islamico e condividevano contenuti inneggianti all’Isis. Per questo due fratelli tunisini, Kamel Sadraoui di 34 anni e S.B di 32 anni sono stati fermati per apologia di terrorismo dagli agenti della Dda di Bari.

L’operazione che ha portato al fermo dei due “lupi solitari”, denominata Barakaat e finalizzata a “prevenire e debellare" proprio "il fenomeno dei cosiddetti lupi solitari” ispirati dall’Isis, è stata condotta dai poliziotti di Bari, in collaborazione con la Digos di Foggia e di Padova ed è stata coordinata dalla Direzione centrale della Polizia di Prevenzione (Ucigos).

Il primo dei due fratelli radicalizzati, Kamel Sadraoui, è stato fermato dagli agenti a Foggia ed è finito in carcere lo scorso 5 maggio. L’uomo era in possesso di una pistola ed è accusato di apologia di terrorismo e detenzione di armi da fuoco. Dalle indagini è emerso come Sadraoui, oltre ad avere contatti con ambienti legati alla criminalità locale, fosse impegnato in attività di propaganda dello Stato Islamico sui social network. Su Facebook pubblicava video e post in cui esaltava le azioni dei miliziani jihadisti dell'Isis, spesso accompagnandoli con la frase "lo Stato Islamico sopravviverà". Durante una conversazione privata online, intercettata dagli investigatori, inoltre, l'uomo aveva esaltato le gesta del suo connazionale Anis Amri, autore dell'attentato al mercatino di Natale di Breitscheidplatz a Berlino.

Suo fratello, S.B., anche lui impegnato nella propaganda jihadista sul web, è stato invece rintracciato dalla Digos l'8 maggio a Padova, dove gli è stato notificato il provvedimento di espulsione dall’Italia. L'uomo è stato, quindi, espulso dal nostro Paese lo scorso 13 maggio.

Secondo quanto è emerso dall'inchiesta della Procura distrettuale di Bari, svolta in collaborazione con la Procura della Repubblica di Foggia, i due non sarebbero affiliati ad alcuna organizzazione terroristica. I due fratelli tunisini sarebbero, piuttosto, “lupi solitari” ispirati dall’azione del Califfato.

Proprio per questo motivo sono stati considerati dall'antiterrorismo soggetti "pericolosi per la sicurezza".

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