Cronache

Toh, il mais Ogm non fa male. Para-guru sconfitti

Toh, il mais Ogm non fa male. Para-guru sconfitti

Fa uno strano effetto tendere l'orecchio sul web e ascoltare solo silenzio. Dove sono finiti i capipopolo che hanno scagliato l'anatema sul letale pop corn Ogm? Lo studio della Scuola Superiore Sant'Anna e dell'Università di Pisa è tombale: il mais transgenico non fa male alla salute né all'ambiente, punto. Ma si può stare tranquilli, mentre la scienza manda in archivio una paura decennale che è riuscita a penetrare a fondo nella coscienza del Paese, particolarmente ricettiva a ogni verità anti scientifica, le balle sull'agricoltura biotech continueranno a circolare in Rete. Come quelle di Mario Capanna, il demoproletario che aveva cercato di ricostruirsi una carriera politica sulla lotta genetica, o Beppe Grillo, che saliva sul palco con un pesce e un pomodoro e raccontava la barzelletta dei 60 ragazzi morti perché allergici al pesce, i cui geni erano stati «infilati» in un pomodoro che loro, ignari, avevano addentato. Un aneddoto impressionante. Peccato che non fosse vero. Basterà aspettare e inventeranno qualche altra balla, tanto a loro mica servono ventuno anni di ricerche per comprovare le favole che raccontano a milioni di adepti. Favole che fanno presa, basta vedere i sondaggi di Coldiretti secondo cui per sette italiani su dieci i cibi Ogm sono meno salutari di quelli tradizionali. Ad alimentarle non solo l'antiscientismo grillino, ma decenni di retorica sullo slow food alla Carlin Petrini, di marketing «biologico» e «verde», dello sciocchezzaio a chilometro zero che fa sentire così vicine alla natura le signore bene che fanno la spesa solo al mercato-gioielleria. Non resta che goderci per qualche ora il silenzio degli stregoni del bio, l'imbarazzo dei reduci del sole che ride, i tentativi di arrampicarsi sugli specchi di Greenpeace che, dopo aver sparso terrore per anni sui presunti effetti catastrofici delle biotecnologie alimentari, ieri tentava di sminuire la portata della ricerca degli atenei di Pisa sostenendo che il problema non sono gli effetti sulla salute, ma che ci sono altre tecnologie migliori. Neanche una parola sul fatto che, mentre l'Italia diventava uno dei Paesi con le regole più restrittive in Europa sugli Ogm e la nostra ricerca scientifica sul biotech, che era stata all'avanguardia, perdeva drammaticamente terreno, come ha ben spiegato la senatrice a vita Elena Cattaneo, l'agricoltura mancava un treno il cui valore è stimato in oltre 100 milioni l'anno. Con la beffa finale che contemporaneamente continuavamo a importare mais Ogm dall'estero. Non ci resta che usare questa breve pausa di sbigottimento tra una fake news e l'altra per chiedere ai politici di destra e di sinistra che si sono accodati alla vulgata anti scientifica, avallando i divieti di coltura Ogm, di fare mea culpa e ammettere che hanno contribuito ad aprire la strada al populismo peggiore, quello delle scie chimiche e dei no vax. Quello che fa danni alla salute. Per un giorno dimentichiamo questi para-guru e ricordiamo gente come Giorgio Fidenato, l'agricoltore friulano che ha creduto nel suo diritto alla libertà di fare agricoltura moderna al punto di portarla fino alla Corte europea. Che ha dato ragione a lui e sconfitto l'Italia più ottusa.

Giuseppe Marino

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