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Torna la politica, tornano le toghe

Pur di non dare ragione al Cavaliere, i giudici milanesi si infilano in un percorso tortuoso e ridicolo. Soprattutto oneroso, moltiplicando per sette i costi per le già vuote casse della giustizia

Torna la politica, tornano le toghe

Non so se sia il primo caso, certo a memoria non ricordo un processo che sia stato spacchettato in sette e distribuito in altrettanti tribunali sparsi per l'Italia. A chi poteva succedere una simile disgrazia? Ovviamente a Silvio Berlusconi, cui la magistratura, e non solo, aveva già riservato alcune primizie, tipo condanne retroattive, risarcimenti record e repentini cambi di collegi giudicanti. L'ultima novità riguarda il processo Ruby ter, l'inchiesta per corruzione di testimoni su fatti - il cosiddetto bunga bunga - che la sentenza definitiva del Ruby bis ha già dichiarato peraltro inesistenti. Per il Gup di Milano, la richiesta della difesa di Berlusconi di spostare il processo a Roma - dove è stato commesso il primo ipotetico reato - è infondata, ma anche la pretesa dei pm di tenerlo a Milano non sta in piedi. Da qui la decisione pilatesca di istruire non uno ma sette processi paralleli in base a complicati cavilli giuridici.

Pur di non dare ragione al Cavaliere, i giudici milanesi si infilano in un percorso tortuoso e ridicolo. Soprattutto oneroso, moltiplicando per sette i costi per le già vuote casse della giustizia.

Ci aspettano quindi sette processi, sette campagne mediatiche, sette gogne che anche se finiranno nel nulla, come spesso è accaduto, serviranno a inquinare ancora una volta la vita politica. Proprio mentre, guarda caso, Berlusconi ai appresta, all'alba degli ottant'anni, a riformare in modo radicale il centrodestra come dimostrano a Roma la scelta di Marchini candidato sindaco e la conseguente rottura con Lega e Fratelli d'Italia.

Ogni volta che Berlusconi alza la testa, puntuale arriva la mazzata. Se invece di occuparsi di riformare la prescrizione, cioè di allungare i tempi dei processi che già oggi sfiorano qualsiasi parametro europeo, il parlamento si occupasse una volta per tutte di riformare il sistema giudiziario, meglio sarebbe per tutti. Separazione delle carriere tra pm e giudici, responsabilità civile vera (chi sbaglia paga di suo), impossibilità dell'accusa di fare appello, scioglimento delle correnti, tempi certi: questo serve per portare l'Italia ad avvicinarsi a essere un paese normale.

Pure Renzi dovrebbe capirlo, prima che anche per lui sia troppo tardi.

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