Cronache

Troppo tempo in bagno, Amazon licenzia una dipendente

La denuncia è arrivata dalla Filt Cgil di Torino secondo cui una ragazza sarebbe stata sospesa perché intrattenutasi venti minuti nella toilette

Troppo tempo in bagno, Amazon licenzia una dipendente

Amazon licenzia una dipendente perché sarebbe stata troppo tempo in bagno. La denuncia è arrivata dalla Filt Cgil di Torino e Piemonte, che ha sollevato il caso di una ragazza addetta ai pacchi che avrebbe perso il lavoro solo perché si sarebbe intrattenuta qualche minuto in più nella toilette.

“L’azienda – spiega Luca Iacomino della Cgil – le ha contestato di avere sospeso per venti minuti il lavoro”. Il fatto, tra l’altro, sarebbe accaduto all’una di notte e l’accusa sarebbe stata di essersi assentata prima per andare nei servizi e poi per essersi fermata qualche minuto a scambiare delle parole con una collega. Un ritardo che sarebbe costato una sanzione con appunto un giorno di sospensione.

Al provvedimento, però, non ci sta l’Ispettorato del Lavoro, che ha nei fatti bocciato quanto stabilito dal noto gruppo delle spedizioni online. Secondo l’Ansa l’avrebbe giudicata “spropositata e priva di ogni fondatezza”.

Alle accuse, altresì, non ci sta il gigante dell’e-commerce. Amazon, sostiene come le tesi della Cgil siano false: “Non monitoriamo le pause e non cronometriamo i nostri dipendenti”. Secondo quanto riportato dalla multinazionale, i lavoratori possono utilizzare il wc in qualsiasi momento, senza dover sentirsi controllati.

Il problema sarebbe legato esclusivamente alla sicurezza. “Essenziale – sostiene l’azienda – che le persone seguano queste procedure. Non farlo potrebbe avere conseguenze significative, soprattutto in caso di emergenza o evacuazione”. Il riferimento è alle direttive previste nel contratto nazionale di lavoro per rendere sicuri gli spazi comuni.

La giustifica, comunque, non soddisfa la Cgil. Nella nota il sindacato sostiene come andrà avanti nella battaglia per tutelare i propri assistiti e non solo. “Siamo determinati nel far riconoscere – spiega Iacomino - la corretta applicazione delle norme sul lavoro, del contratto nazionale di lavoro e sulla sicurezza negli ambienti con la massima attenzione ai ritmi e carichi.

Condanniamo, però, ogni strumentalizzazione e discriminazione nei confronti dei lavoratori diretti e indiretti”.

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