Cronache

Vaticano, adesso spunta un "caso gemello" a quello di McCarrick

Non si placa la bufera sul Vaticano. Dopo la pubblicazione del "dossier Viganò", arriva la segnalazione di un altro caso: quello di monsignor Ricca

Vaticano, adesso spunta un "caso gemello" a quello di McCarrick

Un altro scottante caso rischia di scuotere il Vaticano. Non si placano le polemiche sollevate dalla pubblicazione del cosiddetto "dossier Viganò". Il documento del nunzio apostolico è stato reso noto una settimana fa, ma le presunte rivelazioni portate alla ribalta continuano a tenere banco.

L'ultimo a esprimersi sul contenuto di quelle pagine, in ordine di tempo, è stato il giornalista Sandro Magister. "Mettere in dubbio il memoriale di monsignor Carlo Maria Viganò - ha dichiarato il vaticanista, così come riportato questa mattina da La Verità - significa essere fuori dalla realtà". Magister non è il primo a ritenere "assolutamente attendibile" il dossier di monsignor Viganò. C'è da specificare che altri, invece, hanno messo in evidenza quelle che sarebbero delle incongruenze. Ci si chiede, intanto, se la Santa Sede abbia o meno intenzione di prendere una posizione attraverso una nota ufficiale. Per ora, il pontefice argentino ha invitato i giornalisti a giudicare da soli.

Quel testo, stando alla visione di Magister, raccoglierebbe "vicende che già si conoscevano", aggiungendo 'solo' il particolare dell'incontro avvenuto tra papa Bergoglio e lo stesso Viganò. Quello nel corso del quale il monsignore avrebbe detto al Papa: "Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c'è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza". Per qualche esperto, insomma, non ci sarebbe davvero nulla di nuovo sotto al sole. Ma non è tutto.

Il caso riguardante Theodore McCarrick, ex cardinale ed arcivescovo di Washington, riconosciuto colpevole di abusi ai danni di seminaristi, potrebbe essere solo il primo di quelli contestati a papa Francesco. I lettori ricorderanno come Viganò abbia accusato l'ex arcivescovo di Buenos Aires di non aver messo in atto alcun provvedimento nei confronti dell'ex porporato. L'ipotesi paventata è che il Santo Padre fosse a conoscenza dei comportamenti poi emersi. Un'accusa che si è sostanziata nella richiesta di dimissioni. McCarrick è stato da poco scardinalato. Qualcuno, in realtà, ha sottolineato come questa conseguenza sia derivata da una ferrea volontà espressa da Bergoglio. Le versioni risultano quindi molto diverse.

Magister, nell'intervista rilasciata a La Verità, ha segnalato l'esistenza di un'altra vicenda, quella relativa a monsignor Ricca: "Esiste un caso gemello, forse ancora più imbarazzante: quello di monsignor Battista Ricca. Ne ho parlato nel mio blog Settimo Cielo". L'ecclesiastico in questione si sarebbe reso responsabile di comportamenti non in linea con quanto previsto dalla dottrina e dalla tradizione cattolica: "A Montevideo - ha raccontato Magister - , fra il 1999 e il 2001, conviveva sotto gli occhi di tutti con il proprio amante, l'ex capitano dell' esercito svizzero Patrick Haari". E ancora: "Frequentava luoghi d'appuntamento con giovani omosessuali, una volta fu coinvolto in una rissa e un'altra fu scoperto in un ascensore bloccato dentro la nunziatura con un diciottenne noto alla polizia uruguaiana. Fu richiamato a Roma, la sua carriera non subì danni, anzi ricominciò come se niente fosse accaduto".

Monsignor Ricca sarebbe stato nominato alla prelatura dello Ior nonostante questi avvenimenti. Papa Francesco era a conoscenza di questi fatti? A un quesito simile Magister ha risposto così: "In quel 2013 il Papa era consapevole e consenziente. I nunzi lo misero in guardia e la documentazione inviata dai vescovi uruguaiani era completa. A una domanda su Ricca e la lobby gay rispose: 'Ho fatto quello che il diritto canonico manda a fare, la Investigatio previa. E non c' è niente di quello di cui lo accusano'". "Gli uffici - ha specificato il giornalista - avevano omesso i passaggi più torbidi, ma lui aveva sottomano la documentazione vera e non fece parola". Poi la precisazione: "Ricca non si pentì mai. Uscì tutto sull'Espresso e non reagì, con gli amici parlava di chiacchiere. Anche Francesco le ha liquidate come chiacchiere". "Pronunciando la famosa frase 'Chi sono io per giudicare?' - ha chiosato Magister - , Francesco si riferiva al caso archetipico di Ricca. Con queste parole Bergoglio ha rovesciato a suo favore presso l' opinione pubblica una vicenda che avrebbe potuto minare la sua credibilità. Quando rimanda al mondo mediatico le problematiche gay, il Papa fa qualcosa di astuto".

Lo scontro in Vaticano, intanto, sembra essere appena iniziato.

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