Cronache

“Vi prego, aiutateci”: il grido di dolore dei cittadini di Napoli

A Napoli è sempre più forte l’allarme sicurezza. Furti, violenze, aggressioni da parte degli immigrati: tra i residenti del Vasto cresce la paura. I cittadini rifiutano l’etichetta del razzismo ed invocano l’intervento dello Stato per cambiare una situazione definita ormai insostenibile

“Vi prego, aiutateci”: il grido di dolore dei cittadini di Napoli

Ci sta mettendo tutto il suo impegno, Adelaide, affinché la realtà del Vasto, un’area nei pressi della stazione centrale di Napoli, possa migliorare.

Ma la battaglia è ardua e pericolosa. La giovane idealista, coordinatrice della Lega nel IV Municipio e fortemente impegnata nel sociale, ha già ricevuto diverse minacce. Eppure va avanti a testa alta per la sua strada, senza scoraggiarsi.

La sua missione è quella di far conoscere il più possibile la difficile situazione del territorio perché “solo così si possono scuotere le coscienze di tutti i cittadini”.

Spesso la si incontra in strada mentre accompagna chi lavora nel mondo dell’informazione in alcuni dei luoghi più difficili di Napoli dove, in determinati momenti della giornata, fa paura anche camminare.

Ieri ero io il suo ospite. L’appuntamento è al Corso Meridionale, strada a pochi passi dalla trafficata Piazza Garibaldi. La raggiungo in compagnia di Pietro Contemi, conosciutissimo consigliere municipale di Generazione Sud anche lui fortemente impegnato nel tentativo di far rinascere quest'area.

Non c’è bisogno di andare in giro per scovare qualcosa da raccontare. Il tempo di un rapido saluto e la nostra attenzione viene subito catturata da grida: a poche decine di metri da noi, infatti, era scoppiata una violenta rissa fra immigrati.

Pochi i curiosi che si fermano a guardare e chi lo fa tiene le debite distanze. Noi, invece, ci avviciniamo.

Solo il gesto di puntare il nostro telefono contro quel capannello impazzito e veniamo ricoperti da insulti provenienti da chi, fino a pochi istanti prima, se le stava dando di santa ragione. Come se non bastasse, un uomo con fare minaccioso ci insegue gridando di andare via perché quella è zona loro.

Siamo costretti ad allontanarci per evitare guai. Intanto la colluttazione riprende con ancor più vigore, espandendosi anche in una via laterale. Un’anziana osserva la scena scuotendo solo il capo. Un silenzio assordante ed intriso di angoscia, il suo, che vale più di mille parole. Un silenzio che sa di resa.

“Questa zona è divenuta la Lampedusa napoletana” afferma Alessandro, un residente.

Che aggiunge: “Troppi immigrati a Napoli. Non è accettabile parlare di razzismo perché la gente ha sempre accolto bene gli stranieri. Chiediamo solo una distribuzione equa. Il sindaco parla di integrazione ma ormai questa è diventata una banlieu”.

“Ogni giorno è la stessa storia” sussurra qualcun altro dei presenti.

Per fortuna interviene prontamente la polizia che riporta la situazione ad una relativa calma nel giro di pochi minuti.

“Mi accusano di essere razzista ma non hanno capito nulla. Io mi batto per la legalità” dice Adelaide con tono perentorio. “Organizzo gli eventi del doposcuola che si svolgono nella parrocchia del Buon Consiglio al Vasto. A questi appuntamenti partecipano bambini di varie etnie. Grazie a noi i piccoli possono uscire di casa e conoscersi tra loro. Cosa che non potrebbero fare in strada per motivi di sicurezza”.

Inoltre, la battagliera attivista aggiunge un particolare di non poco conto: “Abbiamo organizzato una manifestazione contro il degrado che ha visto la partecipazione di tanti immigrati perfettamente integrati. Persone oneste che svolgono lavori onesti e che non ne possono più della delinquenza e della violenza. Le autorità devono intervenire con maggiore forza per risolvere i problemi perché qui è stato creato un disastro sociale. È una guerra tra poveri”.

Nonostante tutto, la vita nella via riprende rapidamente i suoi consueti ritmi, forse perché la gente di Napoli è ormai abituata a simili eventi.

Mentre passeggia con le sue figlie, una mamma decide di fermarsi a parlare con noi. “Chiamiamo i vigili ogni 5 minuti eppure poi torna tutto come prima” afferma la donna indicando via Bologna dove si tiene un mercatino. “Quando va via chi ha la licenza regolare restano gli abusivi che vendono anche alimenti. Ma chi controlla la provenienza? Io non posso aprire la finestra di casa perché dalla strada si alza un odore sgradevole. Ma che prodotti sono?”.

La signora con coraggio ci racconta anche di come nel suo palazzo gli immigrati salgono e scendono dagli appartamenti che prendono in affitto con enormi buste, coperte e scatoloni.

Mentre continua il suo racconto nell’aria rimbomba il suono di una sirena della polizia. “Vedete? Mia figlia ride solo quando vede passare la macchina di polizia o carabinieri perché si sente più al sicuro” ci dice la mamma indicando il volto della piccola improvvisamente illuminato da un dolce sorriso.

“Ma il problema più grande per noi inizia dal tardo pomeriggio, quando gli stranieri si concentrano nelle vicine via Firenze, via Venezia e via Milano per bere ed ubriacarsi anche a tarda ora in barba alle ordinanze del Comune sulla vendita di alcolici. La sera è rischioso uscire di casa” conclude sconsolata la signora.

Il consigliere Pietro Contemi cerca di tranquillizzarla e ribadisce che “la situazione del Vasto è arrivata ad un punto di gravità assoluta con forti tensioni tra residenti ed immigrati. Troppo tempo è trascorso senza che nessuno prendesse provvedimenti adeguati per garantire la sicurezza dei cittadini di Napoli. È stato permesso tutto ciò a danno di numerose famiglie perbene, anche straniere, che vivono qui. Bisogna agire in fretta per il ripristino della legalità. Non meno gravi sono le realtà di Poggioreale e del Centro Direzionale sono per fare altri esempi”.

Il presidente del movimento “Generazione Sud” Ugo Parisi è dello stesso avviso: “Non ci sono soluzioni immediate. Però i buonisti confondono il razzismo con il buonsenso. L’Italia non può sostenere tutta questa immigrazione. Credo che sia giunto il momento di costringere l’Europa a ridiscutere gli accordi di Dublino”. Ed aggiunge che “i veri profughi sono pochi. Molti vengono qui e pretendono di cambiare le nostre regole, le nostre tradizioni, la nostra cultura. Sono loro che devono adeguarsi alle nostre leggi. Non può essere razzismo dire che bisogna pensare prima agli italiani. Se non ci sono risorse per noi come possiamo darle agli altri?”.

Una difficile giornata volge al termine. I residenti sperano che il nuovo giorni porti novità positive. Sanno che è difficile ma lo sperano con il cuore.

Per il futuro loro e di Napoli.

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