Cultura e società

Stipendio da 300mila dollari all'ex-assistente, per la giuria è discriminazione: condannata società di Robert De Niro

La società di produzione di Robert De Niro è stata condannata dalla giuria della corte federale di Manhattan a versare oltre un milione di dollari all'ex-assistente dell'attore italo-americano, dopo che quest'ultima l'aveva accusato di averle causato "gravi danni emotivi e di reputazione"

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Aveva raggiunto un ruolo dirigenziale nella società di produzione di Robert De Niro, guadagnando 300mila dollari all'anno. Si era però licenziata asserendo di aver subìto "gravi danni emotivi e di reputazione", facendo causa sia all'attore italo-americano che alla sua Canal Production per discriminazione di genere e ritorsione. E la giuria, pur stabilendo come De Niro non sia personalmente responsabile, ha comunque condannato la sua società a versare alla parte offesa oltre un milione di dollari di risarcimento. Questo l'esito della controversia che vedeva contrapposti l'attore e regista ottantenne e la sua ex-assistente, la quarantunenne Graham Chase Robinson, per un processo iniziato lo scorso 31 ottobre. E nelle scorse ore, la Corte federale di Manhattan si è come detto espressa a favore della donna, la quale aveva inizialmente richiesto un risarcimento da 12 milioni di dollari: la Canal Production dovrà versarle 1.200.000 dollari (circa 1.100.000 euro, al cambio).

Secondo quanto riportato dalla BBC, Anderson aveva iniziato a lavorare come assistente personale di Robert De Niro nel 2008, andandosene nel 2019. La donna aveva descritto De Niro come un capo dispotico e irrispettoso, accusandolo di averle assegnato incarichi lavorativi "offensivamente denigranti e stereotipicamente femminili", tra cui la pulizia delle lenzuola e la cura della sua abitazione. A detta dell'attore e regista, le principali mansioni dell'assistente includevano tenergli l'agenda, organizzare i viaggi e acquistare regali per amici e parenti. L'ex-assistente, invece, ha contrattaccato ricordando come le venisse chiesto di rammendare i vestiti e fare il bucato. Ha poi raccontato in aula di aver dato le dimissioni durante un"crollo emotivo e mentale": un trauma che l'avrebbe portata a soffrire di ansia e di depressione, impedendole a suo dire di poter lavorare da quattro anni.

Quando decise di licenziarsi, la qualifica della donna era di vice-presidente per la produzione e le finanze: un incarico retribuito a quanto sembra con uno stipendio di 300mila dollari annui. Anche basandosi su questo aspetto, De Niro si sarebbe lasciato andare ad alcuni scatti d'ira in aula, invitando l'ex-assistente a vergognarsi e venendo richiamato all'ordine dal giudice. Nei confronti della donna era stata intentata una contro-causa da 6 milioni di dollari con l'accusa di aver violato il dovere fiduciario e di lealtà trasferendo migliaia di dollari di "Sky miles" (il programma di raccolta punti della compagnia aerea Delta) sul suo conto personale mentre era impiegata presso la società di De Niro, e di aver addebitato alla stessa società spese personali per pranzi e viaggi.

Accuse dalle quali è stata scagionata.

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