Cultura e Spettacoli

Morto Marcello D'Orta, il maestro autore di "Io speriamo che me la cavo"

L'ex maestro autore di "Io speriamo che me la cavo" avrebbe compiuto 61 anni a gennaio. Domani i funerali

Morto Marcello D'Orta, il maestro autore di "Io speriamo che me la cavo"

È morto a 60 anni Marcello D'Orta, ex maestro elementare diventato famoso per aver scritto il best seller Io speriamo che me la cavo, una raccolta di temi scritti dai bambini di Arzano, nel Napoletano, e pubblicato nel 1990. D'Orta era da tempo malato di cancro ed era impegnato nella stesura di un libro su Gesù. La notizia è stata data dal figlio, padre Giacomo, e dalla moglie Laura. I funerali si terranno domani alle 12 nella Basilica di San Francesco di Paola, in piazza Plebiscito a Napoli.

Nato il 25 gennaio del 1953a Napoli in una casa di Vico Limoncello, nel Centro antico, in una famiglia di dieci persone, Marcello D’Orta ha insegnato per quindici anni nelle scuole elementari. Il libro che lo ha reso famoso ha venduto in Italia due milioni di copie. Nei è stato tratto il film con Paolo Villaggio per la regia di Lina Wertmuller. Fra le sue opere "Dio ci ha creato gratis", "Romeo e Giulietta si fidanzarono dal basso", "Il maestro sgarrupato", "Maradona è meglio ’e Pelè", "Storia semiseria del mondo", "Nessun porco è signorina", "All’apparir del vero, il mistero della conversione e della morte di Giacomo Leopardi", "Aboliamo la scuola, "'A voce d'e creature", "Era tutta un’altra cosa. I miei (e i vostri) Anni Sessanta".

Da 23 anni non era più maestro proprio grazie (o "per colpa") del successo i "Io speriamo che me la cavo". Eppure lo scrittore ha sempre detto di sentirsi un maestro a tutto tondo e ha continuato a occuparsi di scuola: "Se lo si è fatto con passione, maestro si rimane per tutta la vita", amava ripetere. Collaboratore di di diversi quotidiani, tra cui il Giornale, le sue opere sono state tradotte in numerosi Paesi. Un anno e mezzo fa l’ex maestro della scuola di Arzano confidò di avere il cancro e di lottare contro la malattia anche con la scrittura: "Scrivo per non morire".

Un modo, insomma per e scacciare indietro il male.

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