Dall'Asia all'Italia In tavola il pesce più fresco che c'è

Ci sono dei ristoranti dove mangi divinamente. Altri dove l'endorfina supera il livello massimo. In altri ti senti al settimo cielo. E poi c'è Wicky, da dove esci con una certezza assoluta: il paradiso esiste. Anzi, esiste ogni volta che decidi di varcare la porta del suo locale in via Calocero, quieta stradina dietro via De Amicis. Salse a base di rari agrumi esotici, pomodorini datterini e decine di spezie, coriandolo e sesamo, paté di olive e yuzu: c'è profumo di Asia e di altri angoli del mondo, più infinite contaminazioni italiane. Poi c'è l'angus all'aceto di champagne, il maialino siciliano messo a cuocere per 16 ore, la cernia tigre, mazzancolle pugliesi, pagello fragolino sardo, dentice rosa, capesante giapponesi, gamberi siciliani come anche i merluzzi, tutto marinato e cucinato con tecniche fenomenali, frutto della mente di una persona che ama ripetere «io ho camminato il mondo». Wicky Priyan, nato e cresciuto in Sri Lanka, è maturato in Giappone dove ha imparato tutti i segreti del mondo del cibo: fra l'altro ha lavorato anche al mercato del tonno, «quel» mercato del tonno, Tsukiji Maket. In Italia è arrivato nove anni fa, per una lunga vacanza gastronomica: per sei mesi non ha fatto altro che viaggiare, osservare, assaggiare. Poi il salto: l'apertura del suo ristorante, Wicky (20 posti al banco e altri 50 a sedere), dove si cucina solo pesce pescato. Se lo fa mandare ogni giorno dalla Sicilia, addirittura dallo Sri Lanka e dal Giappone, ma l'85% arriva dai nostri mari. Deve tutto, o quasi, ai suoi due maestri, Sushi Kan e Kaneki: ne parla con un rispetto tipicamente asiatico, non a caso sul podio dei valori mette prima la disciplina, poi il rispetto e infine il coraggio. Con lui l'inseparabile moglie Nosomi conosciuta a Milano. Vi consigliamo un paio di piatti: Sushi Kan e Natura, in alternativa scampi e capesante. Per concludere, un dessert fiabesco, fatto con cioccolato Valrhona.

Per chi mangia poco, Sushi Kan e un flute di champagne Marguerite Guyot: magia.

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