Difesa

Un avvertimento per gli Usa: cosa c'è dietro alla pioggia di missili di Kim

Nelle ultime ore il leader della Corea del Nord, Kim Jong Un, ha assistito a esercitazioni di tiro di "sistemi lanciarazzi multipli superpesanti"

Un avvertimento per gli Usa: cosa c'è dietro alla pioggia di missili di Kim

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Prima il lancio di tre missili balistici a corto raggio, poi l’utilizzo di sistemi lanciarazzi multipli superpesanti. Proseguono le esercitazioni militari effettuate dalla Corea del Nord e supervisionate da Kim Jong Un in persona. L’ultima mossa di Pyongyang è coincisa con il lancio simultaneo di almeno sei razzi a lungo raggio, come dimostra una foto condivisa dal quotidiano nordcoreano Rodong Sinmun, nella quale si vede Kim osservare l’ennesimo test ravvicinato. Il dinamismo del Nord non è casuale e arriva in risposta a due eventi rilevanti: le manovre militari annuali organizzate da Corea del Sud e Stati Uniti denominate Freedom Shield ma, soprattutto, la visita a Seoul del segretario di Stato Usa, Antony Blinken.

I missili di Kim

Partiamo dall’ultimo lancio di Kim. Le foto pubblicate dal Nord mostrano sei MLRS da 600 mm sparare simultaneamente da altrettanti veicoli di lancio mobili parcheggiati uno accanto all'altro. Pyongyang ha affermato che i razzi sparati possono essere dotati di testate nucleari, creando grattacapi alle difese missilistiche sudcoreane.

Il leader nordcoreano avrebbe espresso "grande soddisfazione" per le capacità esibite dalle unità di artiglieria missilistica in termini di "elevata mobilità, accuratezza e potenza d'attacco". Secondo l'agenzia di stampa ufficiale nordcoreana Korean Central News Agency (Kcna), le forze armate nordcoreane hanno collaudato anche la deflagrazione a mezz'aria di un proiettile a razzo superpesante a un'altitudine prestabilita.

Le esercitazioni nordcoreane

Nelle scorse ore, invece, la Corea del Nord ha lanciato tre missili balistici a corto raggio da una località a sud di Pyongyang in direzione del Mar del Giappone. Il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, ha condannato pubblicamente il lancio, confermato anche dalla Guardia costiera giapponese, secondo cui i missili si sono inabissati all'esterno della zona economica esclusiva del Giappone.

In precedenza, le forze armate nordcoreane hanno effettuato diverse manovre su larga scala supervisionate dal solito Kim, che ha assistito pure a manovre delle unità d'artiglieria a lungo raggio di prima linea (che in caso di conflitto nella Penisola coreana sarebbero incaricate di colpire la capitale della Corea del Sud). Secondo la Kcna, le esercitazioni, tenute in concomitanza con quelle annuali delle forze armate statunitensi e sudcoreane, "sono iniziate con una dimostrazione della potenza di fuoco delle sub-unità di artiglieria a lungo raggio vicino al confine, che hanno posto la capitale nemica (Seul) entro il loro raggio di tiro e svolto così una importante missione di deterrenza bellica".

Il messaggio agli Usa

Le iniziative della Nord Corea, questa volta, non possono essere considerate alla stregua di semplici esercitazioni o prove di forza. Al contrario, date le crescenti tensioni geopolitiche tra le due Coree (e non solo) i test di Kim contengono un messaggio preciso inviato a Washington: Pyongyang ha sviluppato nuovi armamenti e non ha più paura di niente e di nessuno. Sono finiti i tempi in cui gli Usa potevano spaventare Kim inasprendo le sanzioni o rispondendo, a sua volta, con gli stessi toni. Adesso pare che i nordcoreani, presumibilmente ben consapevoli di essere sostenuti dalla Russia, non abbiano più alcuna intenzione di sottostare ad alcun diktat.

Questo, del resto, è quello che continua a ripetere Kim da mesi in mezzo all’indifferenza generale del pubblico occidentale. Le armi testate da Pyongyang, intanto, hanno quasi tutte la capacità di colpire Seoul. Non che il Nord intenda arrivare a tanto, ma il significato dei test è chiaro: Washington stia alla larga dalla penisola coreana. Il punto, come detto, è che gli Usa non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro partner strategico, la Corea del Sud, e il recente incontro tra Blinken e il presidente sudcoreano, Yoon Suk Yeol, è solo l’ultima conferma.

In attesa dei prossimi missili di Kim.

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