Donna violentata in Centrale da due quindicenni

Dopo la denuncia la vittima è tornata nell’atrio delle partenze «pedinata» dagli agenti. Quando ha riconosciuto i suoi aggressori sono scattate le manette

Due piccoli animali da preda, clandestini di 15 anni «affidati» unicamente a se stessi, che si aggirano in Centrale, eletta loro personale territorio da caccia. E la vittima, una donna di 45 anni «con qualche problema» in cerca anche di un po’ compagnia e pronta ad assecondare chiunque le dia un minimo di ascolto. Ecco i tre protagonisti dell'ennesimo caso di violenza carnale, che affonda nella disperazione, nell’abbandono. Personaggi che sembrano usciti dalle pagine dei «Miserabili» di Victor Hugo.
La donna vive da sola in un appartamentino poco distante dallo scalo ferroviario, ha una personalità debole, un «borderline» si potrebbe definire, che per questo riceve anche una modesta pensione, poco più di 200 euro, di invalidità. Giovedì 16 giugno verso le 23 si aggira tra ampi atri del mastodontico edificio, da sempre ricettacolo di sbandati di tutte le età. Tra loro anche i due ragazzini, età accertata dall’esame osseo 15 anni, che dichiareranno poi di essere iracheno e palestinese. I tre si conoscono, parlottano un poco poi decidono di andare a prendere qualcosa. I due piccoli predatori hanno già in mente come far finire la serata e quindi salgono le scale mobili, guidano la donna verso il secondo binario, scendono le scale esterne, escono dalla stazione e si dirigono verso un locale in disuso all’angolo tra via Sammartini e via Schiapparelli. Con un calcio buttano giù la porta e costringono la vittima a entrare.
I due piccoli bruti gettano a terra la donna le bloccano le braccia, più tardi la visita medica evidenzierà vistose ecchimosi ai polsi, e la violentano. Quindi le portano via 220 euro, la sua misera pensione, il cellulare e lasciano andare. Forse nemmeno si rendono conto di aver commesso un reato così spregevole, né che le vittima possa denunciarli.
Lei invece si riprende a fatica e corre subito al posto di polizia in Centrale per raccontare l’oltraggio subito. E successivamente in ospedale dove i medici certificano la violenza. A quel punto la donna, insieme agli investigatori, decide di tornare nei giorni successivi in stazione, pedinata da agenti in borghese, in cerca dei suoi violentatori. E verso la fine della settimana scorsa individua l’iracheno che, quasi beffardo, la apostrofa domandandole se per caso non sia rimasta incinta. Le donna chiede subito l’intervento dei poliziotti che bloccano il ragazzino. L’iracheno confessa il rapporto violento con la donna e indica immediatamente dove può essere trovato il suo complice. Gli agenti si mettono a caccia e, nel giro di qualche ora, riescono a rintracciare anche il complice.

Nonostante la giovane età è già «noto alle forze dell’ordine», come si dice in questi casi, per alcuni piccoli precedenti. Anche lui finisce in manette. Adesso i due piccoli predatori, cresciuti senza regole morali o civili, sono al Beccaria, carcere minorile, in attesa che i giudici decidano il loro destino.

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