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E' emergenza in due centrali nucleari E con la pioggia il rischio potrebbe aumentare

Il governo: "A Fukushima situazione grave, ma non sarà un'altra Cernobyl". Ma anche a Onagawa livelli di radiazioni eccessivi. Bloccato solo in parte l'impianto di raffreddamento di Tokai. Per far scendere la temperatura si usa acqua di mare. Il vapore radioattivo potrebbe cadere con la pioggia

E' emergenza in due centrali nucleari 
E con la pioggia il rischio potrebbe aumentare

Fukushima - Sarebbe ancora a rischio esplosione la centrale nucleare di Fukushima in cui ieri è crollato tetto e mura di un edificio che conteneva un reattore. Una deflagrazione simile a quella avvenuta ieri potrebbe verificarsi anche in un altro edificio a causa dell’accumulo di idrogeno nel reattore numero 3 della centrale. Il guasto all'impianto di raffreddamento potrebbe portare in entrambi gli impianti un aumento di temperatura e rompere le barre di combustibile, con il rischio di foriuscita di radiazioni. Il portavoce Yukio Edano, ha però precisato che difficilmente causerebbe danni gravi perché non interesserebbe il reattore. Le autorità hanno quindi deciso di raffreddare con acqua di mare i tre reattori 2 per precauzione. Questo ha portato a una fuoriuscita controllata di vapore. Dagli Stati Uniti sono partiti per prestare assistenza in Giappone anche due esperti in centrali nucleari mandati dalla U.S. Nuclear Regulatory Commission. Si tratta di tecnici che conoscono nel dettaglio il funzionamento del tipo di reattori a rischio di fusione in queste ore nelle centrali giapponesi. 

Allarme in altre centrali La televisione pubblica Nkh ha segnalato l’uscita di fumo anche da un’altra centrale nucleare della prefettura di Miyagi. Segnali di malfunzionamento al reattore della centrale di Onagawa erano iniziati in mattinata "con una controllata fuoriuscita di vapore" ha spiegato l’Aiea. Le autorità hanno inizialmente agito aumentando la pressione del sistema, poi cercando di raffreddare l’impianto e immettendo acqua marina nell’unità. La situazione attualmente "è sotto controllo per eventuali evoluzioni" ma le autorità giapponesi hanno informato anche l’Aiea che "un accumulo di idrogeno è possibile". In serata un altro allarme: le pompe dell’impianto di raffreddamento della centrale nucleare di Tokai, nella prefettura di Ibaraki, si sono bloccate. La Japan Atomic Power, che gestisce l’impianto, ha però precisato che due dei tre generatori usati per il raffreddamento sono in avaria, ma che il terzo è in funzione, scongiurando il rischio surriscaldamento.

Il pericolo della pioggia radioattiva Ora si teme che il materiale radioattivo presente nel vapore, spinto verso Est sul Pacifico, possa ricadere a terra con la pioggia, attesa per domani sera. Il biologo italiano Matteo Guerrini del Cnr, che da 8 mesi vive a Tokyo ha detto che sulle tv giapponesi "esperti consigliano di non uscire, se non con asciugamani o maschera sulla bocca, di non esporsi alla pioggia, lavare viso e mani quando si torna a casa e di non mangiare verdure coltivate all’aperto". Per il ricercatore italiano "il dato più significativo diffuso dalle tv è la fuoriuscita di vapore contaminato dalle centrali
danneggiate". Da biologo aggiunge: "E' essenziale non venire a contatto con il materiale contaminato e, se continuerà a fuoriuscire vapore è importante non esporsi alla pioggia». Finora il tempo è stato bello, ma la previsioni meteo per domani sera
annunciano pioggia.

Pericolo nucleare Il livello di radiazioni emesse dalla centrale nucleare di Fukushima è di 882 microsievert l’ora, oltre il limite consentito che è di 500 microsievert l’ora. L’esplosione avvenuta nel reattore 1 è stata classificata al livello 4 della Scala internazionale degli eventi radioattivi, che va da 0 a 7. L’incidente di Three Miles Island fu classificato al livello 5, Chernobyl al 7. Ciò significa che si è verificato un danno al combustibile e si è sprigionata una quantità significativa di radiazioni, pari a quelle liberatesi nell’incidente avvenuto nel 1999 a Tokaimura, il peggiore, fino a oggi, del Giappone. È di 190 il numero delle persone esposte alle radiazioni. Su di loro sono in corso i test per verificare se siano stati contaminati. Quelli risultati positivi, finora, sono 22. Un operaio è morto nella centrale nucleare di Fukushima Daini, diversa da quella che ha problemi ai reattori. Altri quattro operai sono rimasti feriti. Ieri erano rimasti feriti quattro operai nell’esplosione al reattore di Fukushima Daichi. Nella centrale di Daini non sono in corso tentativi di depressurizzazione. 

Incidente da non sminuire, ma non una nuova Chernobyl Un "incidente molto serio con conseguenze potenzialmente di grande portata" secondo Sergio Ulgiati, esperto di chimica ambientale, membro del comitato scientifico del Wwf e professore di scienze ambientali all’Università Partenope di Napoli.  Se i tentativi per evitare i danni alle barre di combustibile hanno fallito, come viene riferito, ha proseguito l’esperto, "significa che si è innescato un processo di innalzamento della temperatura che possono danneggiare via via sempre più barre con il rischio che si possa arrivare a una fusione parziale o totale del nocciolo". Il premier giapponese Naoto Kan ha però rassicurato: "Non ci sarà un’altra Cernobyl, anche se la situazione del reattore resta grave. Le radiazioni sono state rilasciate in aria, ma non ci sono rilevazioni che ci dicano che ciò sia avvenuto in grande misura".

L'incidente Fukushima I è un complesso che comprende sei impianti nucleari, più altri due in fase di costruzione. Soltanto tre (quelli indicati con i numeri 1, 2 e 3) erano in funzione al momento del terremoto, mentre gli altri erano spenti per manutenzione. Tutti e tre i reattori in funzione si sono spenti automaticamente in seguito al terremoto e il problema nell’impianto 1 è nato quando è stato danneggiato il sistema di emergenza che garantisce il raffreddamento del reattore ed evita così il pericoloso surriscaldamento che in condizioni estreme potrebbe portare alla fusione del materiale combustibile. Si è deciso così di evitare l’accumulo di calore con il rilascio controllato di vapore e in seguito, come previsto in questi casi, si è deciso di utilizzare l’acqua di mare per il raffreddamento. In questi casi con il vapore fuoriescono dalla centrale isotopi radioattivi e questo sta accadendo anche nel reattore 3.

La centrale Gestita dalla Tokyo Electric Power Company (Tepco), la sua costruzione è cominciata nel 1966 e il primo impianto è entrato in attività nel 1971. I sei impianti sono del tipo BWR (Boiling water reactor), sono stati progettati dall’americana General Electric e dalla Hitachi e complessivamente producono oltre 4.500 MW. Le centrali di questo tipo utilizzano acqua demineralizzata per raffreddare il reattore. Il calore prodotto dal processo di fissione nucleare che avviene all’interno del reattore viene raffreddato dall’acqua che, riscaldandosi, vaporizza. Il vapore così ottenuto viene utilizzato per azionare una turbina e quindi viene fatto condensare e torna ad essere acqua allo stato liquido che rientra in circolo nel reattore. Al momento del terremoto negli impianti 1, 2 e 3 sono scattate le valvole di isolamento del reattore ed è stato così interrotto il flusso di vapore alle turbine. Da da quel momento il reattore è stato isolato dal resto della centrale e in questo casi il raffreddamento è garantito da un sistema di emergenza, azionato da generatori diesel. L’acqua necessaria dal sistema di emergenza è prelevata da grandi serbatoi interni all’edificio del reattore e: il valore prodotto viene condensato all’interno dell’impianto e rimesso in circolo.

Se questa situazione si protrae a lungo per evitare l’accumulo di pressione il vapore può essere scaricato all’esterno, come è avvenuto ieri, su autorizzazione dell’autorità locale per la sicurezza nucleare.

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