Mondo

E i boliviani per avere un buon presidente lo fanno benedire dagli dei Inca

Evo Morales eletto per la seconda volta
alla presidenza grazie soprattutto ai voti
degli indios è stato sottoposto ad un rito
di benedizione antichissimo. Dovrebbe
allontanare dai politici la malvagità
e la menzogna

Con un rito ancestrale svoltosi ieri nell'antica cittadella pre-incaica di Tiwanaku, nei pressi del lago di Titicaca, 72 chilometri a ovest di La Paz, il presidente della Bolivia Evo Morales ha ricevuto, per la seconda volta nella sua vita, gli antichi simboli di «guida spirituale» dei popoli indigeni del suo paese. La cerimonia, alla quale erano presenti migliaia di persone (tra gli altri Rigoberta Menchu, Premio Nobel per la Pace nel 1992) ha preceduto la cerimonia pubblica di domani quando a Morales verrà conferito il secondo mandato come capo dello Stato. È infatti reduce da un netto trionfo nelle elezioni di dicembre con oltre il 64% dei voti. Morales, giunto in elicottero a Tiwanuku, è stato ricevuto dai sacerdoti e dai saggi aymara, la sua etnia. I quali, dopo avergli fatto indossare una vestito bianco con disegni verticali neri ed il tipico berretto a quattro punte, lo hanno fatto passare tra la folla che lo ha sommerso di fiori bianchi, fino alla piramide di Akapana, simbolo dell'impero andino. Qui, un'anziana di 90 anni, simbolo dell'esperienza e della saggezza, prendendolo per mano, lo ha accompagnato fino alla parte superiore del monumento. Dove, nei suoi quattro punti cardinali, i sacerdoti lo hanno sottoposto a due «pulizie» dall'energia negativa, una con acqua ed una con fuoco, ed invocato gli dei andini e la Pachamama, Madre Terra, affinchè veglino sull'unità e la giustizia in Bolivia e perché nessuno dei componenti del prossimo governo cada nella corruzione e nelle fandonie. Qualcuno però potrebbe anche dubitare delle possibilità di riuscita del rituale. In caso contrario andrebbe esportato in tutto il mondo.
M.

Sac.

Commenti