Economia

Alitalia, le condizioni di Montezemolo

Come alla Ferrari, punta ad avere un ruolo da comunicatore e uomo marketing. Lo «sponsor» forte Abu Dhabi

Alitalia, le condizioni di Montezemolo

Luca di Montezemolo tra una settimana scenderà dalla Ferrari («da lunedì sarà la mia ultima settimana a Maranello», ha ricordato malinconicamente nei giorni scorsi) ed entro novembre potrebbe già salire alla presidenza di Alitalia. E se proprio al Salone dell'auto di Parigi, la sua ultima passerella ufficiale, ha affermato «di non aver ancora deciso nulla sul suo futuro dopo l'addio alla Ferrari», per poi aggiungere, sul tema Alitalia, «di non aver ancora preso alcuna decisione», è perché in questi giorni sta cercando di capire quale sarà il suo vero ruolo al vertice della compagnia aerea in società con l'emiratina Etihad.

La volontà di non volersi sbilanciare è prima di tutto perché Montezemolo è ancora in carica alla Ferrari. Ma, guardando già avanti, il top manager bolognese vuole essere certo che il suo ruolo di futuro presidente della nuova Alitalia, al fianco dell'ad designato Silvano Cassano, preveda anche delle responsabilità. Va bene tagliare qualche nastro in occasione di particolari eventi, ma Montezemolo punta a offrire alla nuova Alitalia le sue doti di esperto comunicatore, di uomo di marketing e di relazioni. È ben conscio, in proposito, di aver dalla sua parte il nuovo socio forte della compagnia, ovvero Etihad. E non è un caso che in occasione dell'ultimo show da presidente della Ferrari, davanti alla stampa mondiale riunita a Parigi, il suo grande amico, nonché imprenditore e patron del Manchester City, l'emiro Khaldoon Al Mubarak, abbia deciso di comunicargli le dimissioni dal cda del Cavallino rampante. Un gesto che ha sicuramente fatto piacere all'attuale numero uno di Maranello e che, all'esterno, rappresenta un forte segnale di come Abu Dhabi abbia legato al top manager gli importanti business italiani, compreso quello di socio in Unicredit dove Montezemolo è vicepresidente in quota Aabar, fondo dell'Emirato.

Montezemolo, dunque, vuole garanzie precise ed è sicuro che, visto il suo peso in Abu Dhabi e il ruolo di «facilitatore» che ha svolto nei negoziati tra Alitalia, governo italiano ed Emirato, soprattutto nei momenti più delicati, quello che chiede non gli potrà essere negato. «La sua presidenza sta più che bene a tutti, dalle banche ai soci privati», conferma una fonte vicina alle trattative. Montezemolo, a questo punto, una volta eletto presidente dall'assemblea, insieme a Cassano, come ad, continuerà a fare quello che ha fatto fino a ora in Ferrari: il presidente-portavoce. Bisogna comunque aspettare che l'Ue dia il benestare al progetto con cui Etihad è entrata in Alitalia. L'ok è atteso per i primi di novembre. Fiducioso il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi: «Abbiamo tempo fino al 3 novembre per la risposta - il suo commento di ieri -; l'8 ottobre saremo a Lussemburgo per il Consiglio dei ministri dei Trasporti Ue». Una volta pervenuto il sì di Bruxelles inizieranno le procedure per la costituzione della nuova Alitalia con tutti i conferimenti previsti.

Seguirà l'assemblea e dall'1 gennaio 2015 l'atteso decollo.

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