Economia

Allarme cassa integrazione, il governo è senza soldi

Manca un miliardo di euro. Poletti assicura: "Niente manovra". Ma Renzi non sa dove andarli a prendere

Allarme cassa integrazione, il governo è senza soldi

Il governo torna ad essere a corto di denaro. Per rifinanziare la cassa integrazione in deroga manca, infatti, un miliardo di euro. Oltre 50mila persone rischiano seriamente di rimanere senza assegno a fine mese. Un'eventualità che, secondo le stime della Cgil, andrebbe ad aggravare un'emergenza occupazionale già di per sé drammatica. Tanto che il premier Matteo Renzi avrebbe già attivato i suoi perché trovino come metterci una pezza. Ma, si sa già, quando c'è da mettere una pezza, sono sempre i soliti noti a pagare. In una intervista a Repubblica, tuttavia, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti esclude una manovra correttiva per reperire le coperture necessarie a garantire i fondi per la cassa integrazione in deroga: "Renzi e Padoan hanno detto che non sono previsti nuovi interventi per il 2014. Per me è risolutivo".

Entro la fine del 2014 il governo dovrà trovare, in un modo o nell'altro, il miliardo di euro mancante. Molto probabilmente ricorrerà alla legge di Stabilità. Ma nulla è stato ancora deciso. Come non è stato ancora deciso sull'ipotesi di ridurre il sostegno al reddito da dodici a otto mesi. "È la legge Fornero che prevede dal 2014 l’uscita graduale dalla cassa integrazione e dalla mobilità in deroga", ha spiegato l’ex presidente di Legacoop secondo cui ad oggi non ci sono le condizioni tecniche per "smontare o cambiare radicalmente quel provvedimento". Ma c’è anche un problema di risorse: "Nel 2014 abbiamo dovuto utilizzare quelle stanziate per finanziare la cassa in deroga del 2013 che altrimenti sarebbe stata scoperta e ora dobbiamo trovare le coperture per il 2014".

Un fronte delicatissimo resta ancora quello della riforma del lavoro e, in particolar modo, dell'articolo 18. Secondo il ministro dello Sviluppo Federica Guidi la legge del 1970 sarebbe "un testo datato". E, quindi, andrebbe cambiata al più presto. Modifiche all'articolo 18 sono già state proposte da una parte della maggioranza. Ma Poletti assicura che il Jobs Act non prevede alcun intervento diretto sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: "Il governo terrà conto di questa discussione e lavorerà perché emerga una posizione unitaria di tutta la maggioranza". E alla Guidi ha replicato spiegando che "lo Statuto continua ad avere valore".

Dopo l’annuncio del governo di salvaguardare altri 32mila lavoratori, Poletti torna ad affrontare il problema degli esodati creati dall'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero. "Ci sono tantissime situazioni che non sono tecnicamente ascrivibili alla categoria degli esodati - ha spiegato il ministro - persone che perdono il lavoro senza avere ancora i requisiti per andare in pensione. Anche per queste situazioni andrà trovata una soluzione". Il prestito previdenziale potrebbe essere una delle opzioni.

"Ce ne saranno diverse a seconda dei casi", ha concluso Poletti escludendo, tuttavia, modifiche all'età pensionabile che, quindi, resterà quella della riforma Fornero.

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