Economia

Altra stangata in arrivo: ecco la tassa sulla plastica

A partire da giugno le aziende dovranno fare i conti con un'aliquota di 1 euro per ogni chilo di imballaggio di plastica utilizzato. Ma l'aumento dei costi ricadrà sui consumatori

Altra stangata in arrivo: ecco la tassa sulla plastica

Una tassa sugli imballaggi di plastica per spillare altri soldi ai contribuenti e cercare di far tornare i traballanti conti pubblici.

Non bastavano le già controverse misure sui pagamenti elettronici e sulle partite Iva, perché nel Documento programmatico di bilancio appena inviato a Bruxelles, come ha sottolineato Corriere.it, il governo ha pensato bene di tassare la plastica.

A partire dal prossimo 1 giugno, scatterà infatti un'imposta che fa parte di un pacchetto di interventi destinati, spiega il documento, al nobile scopo di “promuovere la sostenibilità dell’ambiente”. Il meccanismo lascia tuttavia perplessi, perché prevede l'introduzione di un'aliquota di 1 euro per ogni chilo di imballaggio di plastica utilizzato che, conti alla mano, fanno mille euro per ogni tonnellata. E che con buona probabilità ricadrà alla fine sui consumatori.

Nel mirino del provvedimento sono finiti diversi settori: quello dell'imballaggio, certo, ma anche quello dell'imbottigliamento, del polistirolo e dei contenitori monouso. Da giorni le associazioni dei produttori di plastica e le industrie delle acque minerali stanno protestando a gran voce contro una vera e propria stangata.

La stangata per i consumatori

Ma, come abbiamo accennato, la stangata potrebbe finire direttamente sulle spalle dei consumatori. Già, perché le varie aziende potrebbero "scaricare" l'aumento dei costi sui cittadini. E così a pagare la tassa sulla plastica sarà probabilmente chi deciderà di acquistare una bottiglietta d'acqua, oppure un altro prodotto circondato da un involucro di plastica.

La tassa non riguarda la plastica riciclata, ma Confindustria ha accusato la misura voluta dal governo perché rappresenterebbe “un'imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese”. Gli industriali spiegano infatti che le imprese pagano già il loro contributo ambientale Conai, che vale circa 450 milioni di euro all'anno; a questo si aggiungono 350 milioni destinati ai vari comuni italiani per garantire la raccolta differenziata.

Non è da meno il presidente Unionplast, Luca Iazzolino, che si chiede – e non è certo il solo – il senso di una simile misura. “Pensano di sostituire la plastica con gli imballaggi di carta e cartone? Questa tassa, tra l'altro, rischia di colpire anche gli imballaggi composti in parte con materiali riciclati”.

Il ministro dell'Ambiente, il grillino Sergio Costa, ha detto di esser pronto ad aprire un tavolo sulla cosiddetta plastic tax, ma ha anche ribadito che le aziende devono cambiare abitudini per sposare una produzione “che tuteli l'ambiente”.

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