Economia

Bankitalia, Franco direttore generale

È stato ragioniere dello Stato, vince la linea del governatore Visco e del Quirinale

Bankitalia, Franco direttore generale

Il Consiglio superiore della Banca d'Italia, su proposta del governatore Ignazio Visco, ha nominato direttore generale Daniele Franco, in sostituzione di Fabio Panetta che dal mese prossimo entrerà nel board della Banca centrale europea. Per il numero uno di Palazzo Koch si tratta di un'altra vittoria «politica» nei confronti delle ingerenze della maggioranza di governo negli affari interni di Via Nazionale.

Nelle scorse settimane, infatti, il Movimento 5 Stelle ha cercato di bloccare l'avvicendamento, facendo filtrare il malcontento nei confronti della probabile designazione. E anche i ripetuti attacchi dei renziani di Italia Viva nei confronti dell'attività di vigilanza di Bankitalia in relazione alla crisi della Popolare di Bari potevano interpretarsi come un'interferenza. Il motivo di questa opposizione si può individuare nel passato di Franco, che dal 2013 allo scorso maggio è stato ragioniere generale dello Stato. I suoi sei anni a Via XX Settembre sono stati caratterizzati da un ferreo rigore nel rimarcare la mancanza di coperture di alcuni provvedimenti di spesa, due su tutti: il bonus da 80 euro del governo Renzi e il reddito di cittadinanza pentastellato.

L'avversione di una certa politica nei confronti di Franco è tale da «incolparlo» anche delle ottime relazioni con le istituzioni europee che ha costruito dal 1994 al 1997 quando ha lavorato come consulente alla direzione generale affari economici di Bruxelles. La sua competenza lo aveva fatto entrare nel novero dei papabili alla poltrona di ministro dell'Economia per il governo attuale, ma alla fine ha prevalso un esponente politico ben introdotto a Palazzo Berlaymont come Roberto Gualtieri. Il Tesoro e la Commissione Ue sono state le uniche due esperienze esterne a Palazzo Koch nel quale il neodirettore generale lavora sin dal 1979 e il cui cursus honorum, prima del rientro alla vicedirezione generale a maggio, si era completato nel 2011 con la chiamata alla guida del Servizio Studi che generalmente, è l'anticamera per il direttorio (tanto Antonio Fazio quanto Ignazio Visco provenivano proprio da quell'ufficio).

Lo statuto di Bankitalia prevede che la ratifica sia effettuata con un decreto del presidente della Repubblica, «promosso dal presidente del Consiglio di concerto con il ministro dell'Economia, sentito il Consiglio dei ministri». E proprio Sergio Mattarella e Giuseppe Conte hanno avuto un ruolo determinante, soprattutto il primo, nel presidio dell'indipendenza della Banca d'Italia. Il premier, oltre ad aver evitato una pericolosa escalation, ha visto riconosciuto il proprio ruolo con la promozione alla vicedirezione generale di Piero Cipollone, rientrato come funzionario generale a Palazzo Koch a ottobre dopo essere stato consulente del premier sulle materie finanziarie e bancarie. Con i vicedirettori Signorini e Perrazzelli completerà il direttorio.

Il capo economista di Bankitalia, Eugenio Gaiotti, dovrà attendere, invece, la prossima tornata nel 2025.

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