Economia

Benzina, il governo si muove: allo studio il taglio dell'Iva

Dal 2008 c'è una legge che permette di compensare con una riduzione di accisa l’aumento dell’Iva. Adesso Monti la applichi!

Pompa di benzina
Pompa di benzina

La speranza è che il buon proposito non rimanga sulla carta. Dopo che il prezzo della verde è pericolosamente rimbalzato oltre la soglia drammatica dei due euro al litro, il governo ha deciso (finalmente) di muoversi e di studiare un modo per contenere i continui rincari. "Stiamo studiando un meccanismo per intervenire più tempestivamente", ha assicurato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ai microfoni di Radio Anch’io. L'idea è semplice. Viene quasi da chiedersi per quale motivo tutti i tecnici che compongono il governo Monti non ci abbiano pensato prima. In Italia esiste già una legge che è in funzione del 2008 e che prevede la possibilità di compensare con una riduzione di accisa l’aumento dell’Iva.

Basta dare un'occhiata a come si compone il prezzo dei carburanti alla pompa di benzina per capire dove bisogna mettere le mani e iniziare a sforbiciare. Il 58% del prezzo della verde (il 52% di quello del diesel) è infatti formato da tasse (accise e Iva). Tanto per capirici: se la benzina costa un euro e ottanta centesimi al litro, un euro e dieci vanno allo Stato. Il costo della materia prima - il cosiddennto Fob, acronimo per free on board - incide solo per il 35% (poco meno di 60 centesimi). Il margine lordo delle compagnie, che comprende raffinazione, trasporto, assicurazione, stoccaggio, distribuzione e vendita degli automobilisti, è il 7,8% per la verde e il 12,5% per il diesel e corrisponde (all'incirca) a 14-21 centesimi del prezzo alla pompa. È soltanto su questa quota che i distributori possono agire per ritoccare i prezzi. Proprio per questo, per abbassare le cifre vertiginose che ogni giorno gli automobilisti vedono aumentare, ci vuole un intervento deciso del governo.

Finalmente, sembra che al ministero dello Sviluppo economico si stia muovendo qualcosa. Secondo l'indagine del Centro Studi Promotor GL events condotta su dati ufficiali della Commissione Europea aggiornati al primo settembre, la benzina italiana è la più cara d'Europa. E proprio per colpa del Fisco. Il primo balzello fu introdotta da Benito Mussolini nel 1935: 1,90 lire al litro per finanziare la guerra di conquista dell’Abissinia. Da allora,i nel corso degli anni, ogni esecutivo ha usato i carburanti di imporre nuove tasse e far fronte alle emergenze economiche. Si passa così dalle 14 lire per la crisi di Suez del 1956 alle 10 lire per il disastro del Vajont del 1963, per l'alluvione di Firenze del 1966 e per il terremoto del Belice del 1968. E ancora: 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976 e 75 lire per quello in Irpinia del 1980, 205 lire per la missione in Libano del 1983 e 22 lire per quella in Bosnia del 1996. E così via. Dentro al prezzo dei carburanti c'è davvero di tutto: paghiamo per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004, per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, per far fronte all'emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011 e per far fronte all'alluvione in Liguria e in Toscana del novembre 2011.

In realtà, questi balzelli non sono i soli a far lievitare all'insù il prezzo. Come spesso accade nel Belpaese, lo Stato ha pensato di applicare una tassa alla tassa. Bisogna, infatti, applicare pure l’Iva del 20%. Ed è proprio qui che il governo - e, in particolar modo, il dicastero dello Sviluppo economico guidato da Corrado Passera - può intervenire. "Abbiamo già una legge del 2008 che prevede, a certe condizioni, la possibilità di compensare con una riduzione di accisa l’aumento dell’Iva", ha spiegato De Vincenti facendo presente che "la legge prevede una serie di condizioni abbastanza restrittive". "Col ministero dell’Economia stiamo studiando un meccanismo che consenta di intervenire più tempestivamente - ha concluso il sottosegretario del Mise - non so se questo meccanismo sarà già nel decreto Sviluppo ma stiamo lavorando con tempi stretti". Spriamo sia la volta buona..

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