Economia

"A Cassino la nuova casa dell'Alfa"

Viaggio nella città laziale al centro del rilancio del marchio. Speranze e aspettative dentro e fuori la grande fabbrica

"A Cassino la nuova casa dell'Alfa"

E ora tocca a Cassino. Dopo Pomigliano d'Arco, Grugliasco, Torino-Mirafiori e Melfi, il grande stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano, a tre chilometri dal Comune laziale (40mila abitanti), sarà in buona parte al centro del piano triennale di sviluppo che Sergio Marchionne presenterà il 6 maggio ad Auburn Hills, nel quartier generale americano di Fiat Chrysler Automobiles. L'attesa è che Cassino diventi ufficialmente il nuovo polo Alfa Romeo e, quindi, che gli investimenti destinati al sito consentano gradualmente ai 4.300 lavoratori di tornare alle linee di montaggio. Il rilancio della fabbrica - che ora produce tre modelli (Alfa Giulietta, Lancia Delta e Fiat Bravo) e che in passato ha sfornato, tra gli altri, 126, 131, Ritmo, Tipo, Stilo e Croma - è fondamentale per il territorio, e il fatto che sia arrivato il suo momento, dopo tanta cassa integrazione e non poche incertezze, viene accolto da istituzioni e sindacati con un sospiro di sollievo.

A Cassino, infatti, si aspetta la nuova piattaforna che darà vita alla Giulia e, come ipotizzato da Auto Bild, anche all'Alfetta, due nomi storici per il marchio del Biscione. Una berlina, dunque, e un modello in linea con le nuove tendenze, cioè un Suv/crossover, entrambi inseriti nella nuova sfida premium del gruppo e pronti a dare battaglia ai rivali tedeschi.

«Il nostro sogno? Che Cassino diventi la nuova casa dell'Alfa Romeo - risponde il sindaco Giuseppe Golini Petrarcone (Centrosinistra) -; per la provincia di Frosinone e l'Alta Campania la fabbrica Fiat è vitale, visto che dà lavoro a circa 10mila persone, indotto incluso. È un impianto già all'avanguardia, in grado di sfornare più di 1.300 veicoli al giorno. Da parte nostra ci impegnamo a migliorare le infrastrutture». Fiduciosi ma cauti i sindacati firmatari degli accordi con il gruppo (in fabbrica a raccogliere i maggiori consensi è la Uilm, seguita a pari merito da Fim e Fismic, e quindi da Fiom e Ugl). Francesco Giangrande (Uilm provinciale): «Si avverte un'aria di rinnovamento, anche se non è stato giusto allungare i tempi fino a questo punto. Pensiamo che le nuove produzioni possano partire nella primavera del 2015. A Cassino lo spazio non manca visto che la linea della vecchia Croma è ferma. A Marchionne va comunque il merito, rispetto al passato e ai tempi difficili del 2002, quando il Lingotto sembrava non essere più interessato all'auto, di aver ripristinato un percorso autorevole».

Mirko Marsella (Fim territoriale), ricorda che lo stabilimento va avanti unicamente grazie alla Giulietta (700 unità al giorno), visto che le richieste di Delta e Bravo sono scese ai minimi (un centinaio di pezzi al giorno). «A Cassino - precisa - la cassa integrazione riguarda tra 10 e 12 giorni al mese, e gli operai portano a casa tra 900 e 1.000 euro. Le notizie che abbiamo sono comunque rassicuranti: questo sito produrrà anche per gli Stati Uniti. Sento parlare di investimenti per 1 miliardo. Ma la priorità rimane sempre quella della difesa dei posti di lavoro. I rapporti con la Fiom? Le distanze ci sono; ma il clima, qui, è sereno». «Cassino - è convinto Maurizio Stabile (Rsa Fismic) - tornerà a essere un polo industriale di prima categoria. Il 6 maggio sarà definitivamente smentito il teorema della Fiom che non ha mai creduto nel piano di rilancio del gruppo e alle parole di Marchionne». «Ci attendiamo zero esuberi e forti investimenti - osserva Antonio Spera (delegato Ugl all'auto) - e anche la produzione di un modello Chrysler per il mercato Usa.

Qui a Cassino vedo una Fiom alla finestra, ma che si comporta in modo ragionevole».

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