Economia

Confindustria, un minuto di silenzio: "Fabbrica che chiude come un lutto"

Negli ultimi cinque anni la crisi ha bruciato 100 miliardi di ricchezza. Boccia condanna la politica e propone: "Serve un patto tra le parti sociali per salvare il Paese"

Confindustria, un minuto di silenzio: "Fabbrica che chiude come un lutto"

Un minuto di silenzio per le aziende che chiudono i battenti, strozzate dalla crisi economica, incalzate dal Fisco che batte continuamente cassa e dimenticate da uno Stato incapace di far fronte ai problemi del Paese. Il presidente della piccola industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha invitato gli industriali a osservare un minuto di silenzio: "Un silenzio di denuncia per chi non interviene e non ha la consapevolezza della situazione di emergenza in cui versa lo stato dell’economia reale del paese".

Nella relazione introduttiva al convegno biennale della piccola industria, Boccia ha detto che questo silenzio è "per chi non ascolta, per chi non reagisce, per chi non ha ancora compreso che dobbiamo salvare il paese". Boccia ha spiegato il gesto simbolico in questo modo: "Di fronte all’evidenza dei numeri, a una situazione di forte emergenza economica e al suo incessante protrarsi, alle molte imprese che hanno chiuso i battenti, ai tanti imprenditori e lavoratori che non hanno più le loro imprese, per quanti non ce l’hanno fatta, per chi nonostante tutto continua a resistere con sforzi immani e per i tanti imprenditori che tentano ancora di reagire, vi chiedo di alzarci in piedi e osservare un minuto di silenzio". Basta dare un'occhiata agli indicatori economici per capire che il grido degli industriali è un allarme per tutto il Paese. Negli ultimi cinque anni, il pil è sceso di oltre l’8%. In termini di ricchezza prodotta, significa aver perso più di 100 miliardi di euro in valore assoluto con un pil per abitante che è tornato ai livelli del 1997 ossia quelli di sedici anni fa. Durante il Convegno biennale della piccola industria in corso a Torino, è emerso con tragica chiarezza come per il solo settore del manifatturiero la crisi economica abbia comportato una produzione in calo del 25,5% con alcuni settore che sono andati anche sotto il 40%. Solo negli ultimi sei anni hanno cessato la loro attività più di 70mila imprese manifatturiere. "Per noi imprenditori vedere una fabbrica che chiude è come avere un lutto in famiglia, perchè sappiamo cosa significa per la comunità - ha spiegato Boccia - ne consegue una perdita di 1,4 milioni di untà di lavoro con un numero di disoccupati che è raddoppiato e ha raggiunto il record di 3 milioni". Solo nel 2012 ogni giorno hanno, infatti, chiuso i battenti 41 imprese manifatturiere.

Nel momento più difficile della storia della Repubblica, il presidente di Piccola Industria Confindustria ha spiegato che gli industriali hanno il dovere e la responsabilità di stringere un patto. Un patto che coinvolga tutte le parti sociali. "Un patto - ha proseguito Boccia - tra tutti gli attori della fabbrica con il quale ci si impegna per ricostruire il paese e contribuire alla nascita di una nuova rivoluzione industriale".

Un patto che deve basare le sue fondamenta sulla corresponsabilità di tutti per la convergenza e la competitività, per essere un Paese che vive di confronto e non muore di conflitto.

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