Economia

La Consob «entra» al Sole con un blitz della Finanza

Ispezionata la sede del gruppo, per fare chiarezza sui conti. Oggi la lista per il consiglio

Marcello Zacché

La crisi del Sole 24 Ore fa un piccolo salto in avanti, almeno dal lato della sua «drammaticità». È accaduto ieri con l'arrivo della Guardia di Finanza nella sede milanese di via Monterosa. Un vero e proprio blitz, ordinato dalla Consob non dalla Procura - ed eseguito agli ordini degli ispettori che, in base al protocollo siglato con l'Arma, possono chiedere di essere affiancati dal Nucleo Valutario della Gdf per amplificare l'effetto sorpresa con la massima forza investigativa.

Il blitz si inserisce nell'ambito della procedura già aperta dopo che in Consob sono arrivati, a partire da giugno, diversi esposti da parte di Adusbef e di altri soci e giornalisti del gruppo, che ipotizzano vari reati: dal falso in bilancio, alle false comunicazioni sociali, al market abuse. Tali esposti avevano generato, oltre a una serie di audizioni (ex e attuali top manager e il vicepresidente Luigi Abete) una fitta interlocuzione «cartolare» tra Commissione e società che però non è stata ritenuta soddisfacente. Di qui la decisione del blitz, mirato a raccogliere tutte le carte necessarie. Va comunque detto che ci troviamo sempre nell'ambito dell'articolo 115 del Tuf, la richiesta di informazioni: la presenza della Gdf è sì un salto di qualità dell'ispezione, ma non implica l'apertura di un dossier sanzionatorio né l'invio degli atti alla Procura di Milano. Questa, peraltro, sta a sua volta lavorando sul Sole a livello preliminare, avendo affidato un dossier al pm De Pasquale. Su cosa sono concentrati alla Consob? Difficile saperlo. Dagli esposti si può ricavare tutto: dal sospetto di vendite gonfiate, ad alcune operazioni societarie, fino alle fatturazioni pubblicitarie.

Al Sole ieri hanno ribadito «massima trasparenza, massima tranquillità, massima collaborazione, siamo un libro aperto». Mentre con altri toni hanno parlato i giornalisti del quotidiano: «Questa non è una giornata felice nella storia del Sole 24 Ore; l'ennesima, verrebbe da dire, in questi ultimi tempi». La redazione è tornata poi a ribadire «l'assoluta necessità e urgenza di scelte di altissimo profilo, in totale discontinuità con il passato».

Queste si vedranno già da oggi: scade stasera il termine per la presentazione della lista del cda da parte dell'azionista Confindustria, anche se la società avrà tempo fino al 24 per renderlo noto, dopo aver controllato i requisiti. Sta di fatto che alcuni dei nomi usciti dall'ultimo Consiglio Generale dell'associazione guidata da Vincenzo Boccia - da quello di Abete (in cda da qualche lustro), al dg di Confindustria Marcella Panucci (che rappresentava l'azionista nel precedente cda), allo stesso presidente in pectore Giorgio Fossa - non paiono segnali di discontinuità. E completa il quadro il direttore Roberto Napoletano, fresco di riconferma confindustriale. Per questo dal board potrebbe restare fuori l'ad Gabriele Del Torchio, artefice della clamorosa pulizia di bilancio emersa nell'ultima semestrale, con 50 milioni di perdite, il patrimonio ridotto all'osso e la richiesta urgente di aumento di capitale per evitare di portare i libri in Tribunale.

Del Torchio non intende dimettersi ma, di fonte al clima ostile di chi non gli perdona di aver fatto scoppiare la bomba, potrebbe essere disposto a fare un passo indietro alle sue condizioni - se Confindustria glielo chiedesse.

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