Economia

Giovedì nero per le Borse l'Europa brucia 163 miliardi

L’indice Pmi in Cina causa alla Borsa di Tokyo un autentico panic selling fino alla chiudere a -7,32%. Giornata pesante anche per i mercati europei

Giovedì nero per le Borse l'Europa brucia 163 miliardi

La Borsa di Tokyo accusa la peggiore perdita in oltre due anni e trascina al ribasso tutti i principali mercati europei. Il -7,32% segnato oggi è il peggiore dato dal -10,55% incassato il 15 marzo 2011, a pochi giorni dal violento terremoto che colpì il nordest del Giappone causando la crisi nucleare alla centrale Fukushima. Boom di scambi (7,655 miliardi di azioni), per un controvalore record di 5.837 miliardi di yen. I timori di una contrazione dell’economia cinese hanno affossato i prezzi delle materie prime e del petrolio mentre i timori che la Fed sarà una delle prime banche centrali a ritirare le misure di stimolo grazie ai progressi dell’economia ha rafforzato il dollaro.

Economia cinese in contrazione

La seduta di oggi ha segnato un profondo rosso per tutte le piazze finanziarie dell'Asia. A causare il crollo è stata la contrazione dell’attività manifatturiera in Cina. A maggio l'indice misurato da Hsbc è sceso a 49,6 punti rispetto ai 50,4 di aprile. Un calo che è andato a rafforzare i timori sulla tenuta della seconda economia mondiale. Una lettura dell’indice sopra i 50 punti è sinonimo di economia in espansione, sotto i 50 punti di passa in area di contrazione. La contrazione registrata a maggio è la prima in sette mesi, mostrando ulteriori segnali di rallentamento per la crescita della seconda economia mondiale. "Il raffreddamento dell’attività manifatturiera in maggio indica un rallentamento della domanda interna e le turbolenze esterne in corso", ha spiegato l’economista di Hsbc Qu Hongbin. Il dato arriva dopo quello che ha mostrato una crescita in rallentamento nel primo trimestre e una serie di statistiche deludenti nel mese di aprile, a pochi mesi da un quarto trimestre che aveva alimentato la fiducia per un’accelerazione della crescita. Molti economisti, recentemente, hanno ridotto le loro stime per il pil cinese nel 2013. Nei primi tre mesi dell’anno, il pil è scivolato a +7,7% dal +7,9% degli ultimi tre mesi del 2012. L’utilizzo di elettricità, un indicatore molto seguito per capire lo stato di salute dell’economia reale, è aumentato solo del 3,8% annuo nei primi quattro mesi del 2013. Il pmi ufficiale cinese in aprile è sceso a 50,6 punti e potrebbe scivolare sotto la soglia dei 50 punti, che indica espansione, nella prossima lettura. "I risultati dell’ultima ricerca - ha dichiarato il market economics che pubblica i dati con hsbc - dimostrano la possibilità che la crescita nell’economia dominata dal manifatturiero sia ulteriormente rallentata nel secondo trimestre". Il dato preliminare del pmi è basato sull’85-90% delle risposte totali alla ricerca mensile ed è diffuso una settimana prima della lettura finale.

Ribassi sui mercati asiatici

Ad accusare il colpo più duro è Tokyo dove si è scatenato un panic selling violentissimo che ha trascinato il listino in rosso del 7,32%. Gli altri listini sono invece riusciti a contenere le perdite: Hong Kong cede il 2,4%, Sydney il 2%, Seul l’1,2%. In Cina, epicentro del "terremoto", l’indice Csi 300 perde l’1%. Per Tokyo, salita del 48% da inizio anno grazie alle misure di sostegno della Boj, si tratta del peggior calo dal disastro di Fukushima. A pesare sui listini anche i timori di un taglio al programma di acquisto di bond da parte della Fed nonostante le rassicurazioni arrivate ieri dal presidente Ben Bernanke. "I dati deboli dalla Cina insieme alla speculazione che la Fed possa ridurre il quantitative easing stanno causando panico - ha spiegato all’agenzia Bloomberg un gestore - gli investitori stanno ritirando i loro soldi e riducendo gli investimenti in asset rischiosi".

L'Europa brucia 163 miliardi

Giornata pesante per tutte le Borse europee: l’indice Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del continente, ha ceduto il 2%, che equivale a 163 miliardi di euro bruciati in una seduta. Francoforte ha perso il 2,1%, Parigi il 2,07%, Londra il 2,1%. Pessima seduta per Piazza Affari, la Borsa europea più pesante di una giornata ’nerà per tutti i mercati azionari: dopo l’inattesa frenata del settore manifatturiero cinese e i timori di un allentamento dell’immissione di liquidità da parte della Fed, l’indice Ftse Mib ha chiuso con un calo del 3,06% a 17.008 punti, l’Ftse All share con un ribasso del 2,90% a quota 18.

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