Economia

Così Padoan si tradisce sulle nomine a tavolino

Il ministro inciampa sui tempi della direttiva che ha cambiato i criteri di ineleggibilità

Così Padoan si tradisce sulle nomine a tavolino

In un'audizione alla Camera mercoledì scorso il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, ha difeso le nomine per i rinnovi dei cda delle società pubbliche. Il cambio alle Poste, con Matteo Del Fante al posto di Francesco Caio, è stato deciso «per accelerare la crescita nel settore bancario e assicurativo», valorizzando figure «con esperienza specifica in tali settori», ha detto Padoan. Mission che però non è una novità per Poste: il ministro non ha tuttavia spiegato perché Caio andava bene tre anni fa, quando è stato chiamato al timone dallo stesso azionista, e adesso non più. Quanto a Leonardo, Mauro Moretti è stato sostituito dall'ex banchiere Alessandro Profumo «per far fronte all'esposizione internazionale del gruppo e alla diversificazione del business», ha detto Padoan. Svelando poi un dettaglio curioso.

In audizione il ministro ha citato la direttiva del 16 marzo 2017, ovvero solo due giorni prima che il Tesoro ufficializzasse le candidature, che ha riscritto la direttiva Saccomanni del 2013 sulle nomine dei cda delle società controllate dallo Stato eliminando i requisiti che prescrivevano l'ineleggibilità per chi fosse rinviato a giudizio tra l'altro per reati finanziari o per corruzione e la decadenza in caso di condanna anche non definitiva. E Profumo il primo marzo (ma la notizia è stata resa nota il 22) è stato rinviato a giudizio da un tribunale lucano per usura bancaria con i tassi di interesse di Mps, di cui era presidente. In sostanza, chi era ineleggibile nel 2014 ha potuto diventarlo nel 2017. Nella nuova direttiva si è ineleggibili solo in caso di condanna definitiva per reati finanziari o societari. Padoan ha anche specificato che per la scelta dei candidati il Tesoro si è avvalso delle società di cacciatori di teste, Eric Salmon e Spencer Stuart. E che il costo di questi consulenti è stato «pari a zero, a valle di una specifica gara». Tutto - bando di gara, assegnazione, selezione e scelta finale con disponibilità dei candidati - è stato, dunque, fatto in meno di tre giorni tra la data della direttiva contenente la procedura per le nomine (16 marzo) e la data dell'annuncio (18 marzo).

E pure a costo zero. CC

Commenti