Economia

La disoccupazione scende all'11,4%. Ma la Cei: "La Chiesa non vede il calo"

Nel primo trimestre i posto di lavoro crescono di 90mila unità: 72mila sono stabili. Ma sebbene cresca l'occupazione, i 25-34enni sono al palo. Renzi esulta: "Ora nuove sfide, con buona pace di chi critica". Ma Bagnasco lo stronca

La disoccupazione scende all'11,4%. Ma la Cei: "La Chiesa non vede il calo"

Il tasso di disoccupazione a marzo scende all'11,4%, livello minimo dal dicembre del 2012. Rispetto a febbraio, secondo l'ultimo report dell'Istat, si registra un calo di 0,3 punti percentuali, mentre rispetto a marzo 2015 il calo è di 1,1 punti. I disoccupati scendono così a 2.895.000 unità, con una diminuzione di 63mila unità rispetto a febbraio (-2,1%) e di 274mila (-8,6%) su marzo 2015. Migliora anche il tasso di disoccupazione giovanile che a marzo è sceso al 36,7%. Si tratta del dato più basso da ottobre 2012. "Con buona pace dei professionisti della critica - festeggia Matteo Renzi - questi dati dimostrano che il Jobs Act funziona".

A marzo tornano a crescere gli occupati con 90.000 persone al lavoro in più rispetto a febbraio e 263.000 in più rispetto a marzo 2015. A marzo, come si legge nel report dell'Istat , si è toccata quota 22.578.000 occupati (+1,2% su marzo 2015, +0,4% su febbraio). Il tasso di occupazione è risalito al 56,7% con un aumento di 0,2 punti su febbraio e di 0,9 punti su marzo 2015. Tornano a crescere anche i lavoratori dipendenti che sono aumentati di 75mila unità su febbraio e di 295mila su marzo 2015. Lo stesso istituto di statistica ricorda che gli occupati in generale sono cresciuti di 90mila unità sul mese e di 263mila sull'anno. "Grazie agli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, nonostante la forte riduzione del vantaggio a partire dal 2016, gli occupati 'permanenti' sono cresciuti di 42mila unità sul mese e di 280mila sull'anno - si legge ancora nel decumento - gli occupati a termine sono aumentati di 34mila unità sul mese e di appena 15mila sull'anno".

Il dato più rincuorante è forse quello che riguarda il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 15 e i 24 anni. Tasso che, nel mese di marzo, è diminuito di 1,5 punti rispetto a febbraio e di 5,4 punti rispetto a marzo 2015. "Nel trimestre gennaio-marzo - si legge nel report dell'Istat - il tasso di disoccupazione giovanile è diminuito di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente". Va tuttavia rilevato che, sebbene l'occupazione cresca in tutte le fasce di età, questo trend non c'è per i 25-34enni che con il 59,3% di tasso di occupazione segnano un arretramento rispetto a febbraio (-0,1 punti) e una variazione nulla su marzo 2015. "Per i più giovani - conclude l'Istat - il tasso di occupazione sale al 16,1% (+0,2 punti sul mese, +0,9 punti sull'anno), per i 35-49 anni il tasso sale al 72% (+0,4 punti sul mese, +0,3 sull'anno) mentre per i più anziani (50-64 anni) il tasso di occupazione sale al 57,7% con un aumento di 0,3 punti sul mese e di due punti sull'anno".

"Adesso l'Italia ha cambiato verso: abbiamo il segno più davanti, finalmente". Renzi ha accolto con soddisfazione i risultati sul mercato del lavoro: "Merito delle riforme, certo. Ma merito soprattutto dell'entusiasmo e delle energie di imprenditori e lavoratori". Tuttavia, ammette: "Non basta, ovviamente. C'è da lavorare, ancora, per far ripartire questo paese". Ma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, lo stronca: "L'osservatorio delle nostre parrocchie e delle nostre comunità cristiane non registra ancora questo miglioramento che tutti auspichiamo".

A un convegno sull'etica del lavoro in corso a Genova, il porporato ha spiegato che nelle parrocchie "le code di coloro che cercano il lavoro, che sono disoccupati, o che non sono mai stati occupati, continuano notevolmente, non soltanto per i giovani che sono la grande parte, ma anche per le persone di mezza età che hanno famiglia e impegni economici da onorare".

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