Economia

Fca, ora rispunta l'asse con Peugeot

Possibile una piattaforma comune in Europa. L'Ft: «Elkann non venderà l'Auto»

Fca, ora rispunta l'asse con Peugeot

Fiat Chrysler Auromobiles e Psa Peugeot starebbero esplorando la possibilità di creare una «super piattaforma» europea allo scopo di condividere gli investimenti sempre più pesanti che il mercato richiede. L'indiscrezione è riportata dall'agenzia Bloomberg, secondo cui se ne dovrebbe sapere di più prima della metà dell'anno.

La notizia arriva nello stesso giorno che ha visto il Financial Times tornare sul tema Fca, soffermandosi soprattutto sull'attivismo del suo presidente, John Elkann.

E dopo aver lanciato l'ipotesi di un mega matrimonio Renault-Nissan-Mitsubishi-Fca, incassando però dai giapponesi un freddo «non ci risulta», ecco che dalle colonne del quotidiano della City vengono fatte filtrare voci sulla non volontà di Elkann di cedere Fca.

Sarebbero tre le opzioni sulle quali il nipote di Gianni Agnelli starebbe invece lavorando: accordi per la condivisione di piattaforme; una fusione; l'unione con un big dell'hi-tech.

Il messaggio del Ft è comunque chiaro: l'azionista, che attraverso Exor controlla Fca, è pronto a discutere e, nel caso, a trattare anche la possibilità di detenere, nella futura società, una partecipazione ridotta. Il fatto di accettare di «essere più piccoli in un grande gruppo» risale a tempi non sospetti, prima ancora che Sergio Marchionne cogliesse, complice la crisi americana, l'opportunità Chrysler (il virgolettato appartiene all'ex presidente della ex Ifil, Gianluigi Gabetti).

Quindi, come rilancia il Ft, in modo un po' criptato, «le intenzioni di Elkann sarebbero quelle di uscire dal business dell'auto (Ferrari resta un'altra storia? ndr) e assicurarsi che la famiglia continui a crescere almeno per un altro secolo». Ma, al tempo stesso, persone a lui vicine riferiscono che «non venderà».

Gli investimenti nelle motorizzazioni elettrificate e su quelle tradizionali per rispettare i sempre più stringenti limiti alle emissioni, insieme alla ricerca sulla guida autonoma, giustificano la necessità di condividere con altri piattaforme e tecnologie. Le economie di scala sono indispensabili per affrontare il futuro. Soprattutto in Europa, dove esiste una capacità produttiva in eccedenza e i margini sono risicati. Un accordo con Psa, a questo punto, avrebbe senso, anche se l'ad Carlos Tavares, dalle pagine del Wall Street Journal, nega colloqui in atto.

Si parla, poi, di aziende hi-tech ed extra settore, di chi si preparerebbe a entrare in concorrenza con i costruttori attuali. C'è Waymo (Alphabet) che sperimenta la guida autonoma anche su un veicolo di Fca, la Chrysler Pacifica, ma anche Uber e Amazon. Quest'ultima, però, attraverso Amazon Web Service, lavora già con Volkswagen allo scopo di ottimizzare i processi produttivi. Mentre Jeff Bezos, fondatore di Amazon, non nasconde le sue ambizioni per il business della guida autonoma.

Anche Microsoft è concentrata sulla ricerca riguardante l'auto connessa e ha già siglato un'intesa con Renault-Nissan. General Motors, inoltre, sembra intenzionata a disfarsi del business tradizionale, per concentrarsi sulla nuova mobilità e i servizi relativi.

Parlando di Elkann, ora più che mai in prima linea, il Financial Times ne sottolinea «pragmatismo, glamour, senso del dovere e relazioni internazionali». In sintesi, «l'industriale moderno che lavora per far durare la dinastia Fiat».

La carne al fuoco è tanta.

E l'imminente assemblea generale di Fca, in programma il 12 aprile ad Amsterdam, sarà l'occasione (dividendi a parte) per fare il punto della situazione.

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