Economia

Fiat, vendite giù e caro benzina fermano gli stabilimenti italiani

Fiat, vendite giù e caro benzina fermano gli stabilimenti italiani

Le vendite di auto bloccate dalla crisi e dai continui aumenti del prezzo dei carburanti porta come conseguenza il funzionamento a singhiozzo degli impianti Fiat e non pochi problemi anche alle compagnie petrolifere visto che, in luglio, i consumi di benzina e gasolio sono scesi di oltre il 5% (da gennaio -9% secondo i dai dell'Up). L'impasse del mercato (quando manca poco alla fine di agosto le vendite segnano un altro -20%) a essere costretta a fermare le linee è la fabbrica di Pomigliano, la stessa che produce la nuova Panda e sotto osservazione della Mazda, alla ricerca di un hub europeo.
Pomigliano arresterà la linea dal 24 al 28 settembre e dall'1 al 5 ottobre, proprio a causa della persistente situazione di crisi del mercato europeo e italiano. In questo momento l'impianto sforna 600 Panda al giorno, molto al di sotto delle 1.050 unità previste se la catena funzionasse a pieno ritmo.
La notizia è stata comunicata ai 2.146 lavoratori che rientreranno in fabbrica lunedì, a causa dello stop forzato che ha prolungato di due settimane le ferie. Ma a guardare con preoccupazione allo stallo del mercato sono soprattutto le oltre 2.500 persone che attendono di riprendere il loro posto in fabbrica. «Bisogna avere fiducia che si possa uscire da questa situazione - dice Giovanni Sgambati (Uilm Campania) - spingendo anche la Fiat a trovare soluzioni con altri costruttori per saturare questo moderno impianto».
Lo stop di Pomigliano non è l'unico nel gruppo: a Mirafiori gli oltre 10mila addetti, tra operai e impiegati, sono ancora in cassa integrazione. E solo a metà settembre riprenderà la produzione dell'Alfa MiTo insieme a una coda della Lancia Musa. Il grande stabilimento di Torino, comunque, in attesa di novità da Sergio Marchionne (rientrato nel frattempo in Italia da Detroit) sulla produzione dei Suv compatti, si prepara a diventare mono-produzione, visto che le linee di Idea e Musa saranno presto chiuse.
Cassa integrazione anche a Termoli (Campobasso) dal 24 al 29 settembre per gli operai del settore motori a 8 e 16 valvole, mentre per l'unità cambi il «riposo forzato» sarà di 3 giorni: dal 24 al 26 settembre. Si tratta della seconda settimana nel mese.
A Cassino, invece, la Fiat riapre i cancelli, ma rimangono ancora dubbi e incertezze sul futuro produttivo e occupazionale del sito industriale laziale. Da settembre, a Cassino si lavorerà tre giorni alla settimana, mentre negli altri due i lavoratori saranno in cassa integrazione. Lavoro a singhiozzo anche per Melfi, mentre alla Sevel di Atessa (Chieti) la linea del Ducato non ha problemi.
Nota positiva su Grugliasco, dove oltre 300 lavoratori sono rientrati, dopo otto anni di cassa integrazione, nello stabilimento ex Bertone, dove si produrrà la nuova Maserati.

«Oggi - si legge in una nota della Fismic - il 90% dell'impianto è stato ultimato e, quindi, possiamo prevedere che nel 2013 possono concretizzarsi piani da noi condivisi e sostenuti».

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