Economia

La guerra del Corriere finisce con tre esposti in Procura

Dopo Della Valle, in campo Bonomi e Pirelli: nel mirino l'andamento di Rcs. Il capo di La7 è tranquillo

Camilla Conti

Diego Della Valle ha lanciato il primo sasso ma ieri ne sono arrivati altri. La battaglia sul Corriere della Sera finisce davanti alla Consob e in Procura con un tris di esposti su presunte irregolarità dell'Opas lanciata con successo da Urbano Cairo. A quello di mister Tod's se ne è aggiunto un altro presentato da Pirelli e uno da International Media Holding (Imh), la cordata sconfitta da Cairo di cui fanno parte anche i soci storici della Rizzoli come appunto Pirelli e Della Valle (gli altri sono Mediobanca e Unipol) affiancati dal finanziere milanese Andrea Bonomi. Il focus, secondo quanto filtrato, sarebbe comunque sull'andamento e gli scambi sul titolo Rcs nei giorni immediatamente prima la chiusura delle due offerte.

All'inizio della scorsa settimana è infatti passato sul mercato quasi il 25% di Rcs e stando ad alcune ricostruzioni sarebbe stato rastrellato da hedge funds un pacchetto del 15 per cento. In particolare, il faro si sarebbe acceso sull'operato di chi ha rastrellato i titoli. Tra questi Equita, advisor di Cairo, che ha apportato all'Opas di Cairo quasi il 4% di Rcs.

Mercoledì Della Valle aveva annunciato in una nota che «in qualità di azionista titolare di una partecipazione complessiva pari a circa il 7,3% del capitale di Rcs richiederò a tutte le autorità competenti di essere rassicurato, e con me tutto il mercato, sul fatto che tutto si sia svolto nel rispetto delle regole». Una mossa cui Bonomi non aveva inizialmente fatto da sponda: «La nostra posizione rimane quella espressa venerdì scorso», avevano infatti riferito fonti vicine al suo fondo Investindustrial nel tardo pomeriggio di mercoledì. Poi si è venuto a sapere che già nella stessa serata di mercoledì Imh aveva presentato il ricorso a Consob per poi farne arrivare una copia ieri mattina presso la cancelleria del procuratore di Milano, Francesco Greco. Ciò fa pensare che le visioni su come muoversi, all'interno della cordata, siano state diverse anche se la versione ufficiale è che Bonomi si sarebbe convinto a scendere nella mischia legale di fronte a nuovi elementi. Non si tratta comunque di un esposto «penale», ovvero non si formulano ipotesi di reato o non si denunciato fatti. Sarà poi la procura a valutare se e come procedere.

La coda velenosa dell'operazione non sembra intanto preoccupare Cairo che si dice tranquillo anche perché è normale prassi che in tutte le offerte (Opa e Opas) l'autorità di Vigilanza effettui approfondimenti dettagliati riguardo alle operazioni relative alle offerte. Oggi è inoltre previsto il pagamento del corrispettivo per le azioni apportate all'offerta (pari a 0,18 azioni Cairo Com e 0,25 euro cash) di Cairo Communication e il patron di La7 sarà in possesso del 48,8% del capitale di Rcs. Il controvalore complessivo è di 63,6 milioni di euro, oltre a 45,861 milioni di azioni Cairo Communication. Da oggi al 28, inoltre, i detentori di azioni che avessero conferito all'Opa di Imh possono migrare verso quella di Cairo che potrebbe incrementare ulteriormente la sua quota fino a quasi il 62% del Corriere. Pare dunque improbabile un provvedimento sulle azioni che stanno per passare ufficialmente nelle mani di Cairo. «Semmai sono gli altri a diversi preoccupare», avrebbe detto ai suoi collaboratori il patron de La7.

Riferendosi l'esposto presentato a metà luglio contro i contenuti «ingannevoli» della pubblicità della cordata concorrente apparsa sui giornali.

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