Economia

Inps, tra burocrazia e ritardi: il problema dei pensionati senza pensioni

Numerosi cittadini segnalano che l’Inps per erogare le pensioni impiega anche un anno. Ciò comporta problemi perché nel frattempo “ci sono spese”

Inps, tra burocrazia e ritardi: il problema dei pensionati senza pensioni

Quello delle pensioni è un tema delicato. Non solo perché si parla spesso di riforme per non far gravare eccessivamente i costi sulle casse dello Stato ma anche perché chi ne ha diritto fatica a riceverle.

Repubblica racconta che a causa della burocrazia, non sono poche le persone costrette ad aspettare anche 14 mesi per avere ciò che spetta. L’erogazione della pensione in poche ore o in una manciata di giorni è stata solo una felice eccezione, legata al debutto di Quota 100 in marzo e aprile. Ma la realtà è ben diversa, più complicata e meno sopportabile da quanti hanno necessità e anche il diritto a ricevere il dovuto.

Dai dati relativi al primo trimestre del 2019 contenuti nel Rendiconto sociale e forniti dalla Direzione centrale Pensioni dell’Inps emerge che si è verificato un rallentamento nei tempi medi di liquidazione, cioè la distanza tra la decorrenza del diritto e l’accoglimento o respingimento della domanda, delle pensioni di vecchiaia o anticipate: 53 giorni per i dipendenti privati, con un +10% sul 2018, e 76 giorni per i dipendenti pubblici, addirittura un +52% se rapportato all’anno precedente.

Se però si guardano i dati del primo semestre 2019, forniti dalla Direzione centrale Pianificazione, lo scenario muta radicalmente, diventando addirittura virtuoso. I tempi medi di liquidazione scendono a 24 giorni per i privati e 29 giorni per i pubblici. Ma qui, Repubblica sottolinea una situazione più che irreale. Se i due dati fossero compatibili, vorrebbe dire che nel secondo trimestre l’Inps avrebbe liquidato gli assegni addirittura prima che le persone andassero in pensione. I dati sono contraddittori e poco chiari.

Il nuovo presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, conosce i problemi che attanagliano l’Istituto tanto che ha deciso di avviare una serie di riforme. Ha accelerato le 3.500 assunzioni decise dal suo predecessore Tito Boeri, aggiungendone altre. Il tutto per aumentare l’organico. Inoltre ha introdotto nuove direzioni, come Povertà e Innovazione, imponendo la rotazione di 40 direttori centrali. Ma ha fatto anche di più.

È stato varato anche “Inps per tutti”, un camper gira tra le strade delle grandi città per pubblicizzare e raccogliere domande per prestazioni Inps e soprattutto per il Reddito di cittadinanza. Questa ultima mossa, però, potrebbe rallentare ulteriormente il lavoro degli uffici in quanto il personale è impiegato anche su questo fronte.

Diversi i cittadini che hanno parlato con il quotidiano per esporre il problema del ritardo nell’erogazione della pensione. La signora Gelsia è “furiosa” perché il marito di 67 anni, in pensione dal primo agosto, ancora non ha avuto nulla, “ma dobbiamo pagare bollette e tasse, siamo in difficoltà, lui passa dalla rabbia alla depressione profonda”. Stesso discorso lo espone Susanna, andata in pensione il primo settembre con Quota 100, e per Francesco, 65 anni e invalido al 100%, che con 43 anni di contributi non ha ancora visto un centesimo.

L’ultimo stipendio risale al 23 agosto “ma nel frattempo devo far fronte a ingenti spese e mi sento impotente”.

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