Economia

Iveco e Maserati, i cinesi ci provano

Voci di una offerta di Geely per il produttore di camion, respinta da Elkann & C.

Iveco e Maserati, i cinesi ci provano

Archiviata l’edizione 2019 di Transpotec Logitec e nei giorni che precedono il Salone dell’auto di Ginevra, spuntano nuove voci che scuotono sia il mondo dei veicoli industriali sia quello delle quattro ruote. Due i denominatori comuni: la galassia Elkann-Agnelli e, ancora una volta, il colosso cinese Geely. Quest’ultimo, che di recente ha smentito di aver riaperto il dossier Fiat Chrysler Automobiles, starebbe in realtà guardando a due asset delle galassia torinese: Iveco (indiscrezioni - come riportato da il Giornale tempo fa - danno anche l’indiana Tata impegnata a sondare il terreno, ma i cinesi sarebbero quelli più convinti) e Maserati, il marchio di Fca con base a Modena affidato alle cure dell’ingegnere tedesco Harald Wester. Vero? Speculazioni? Voglia pazza di risiko da parte del mercato? Un fatto è certo: se ne parla. Addirittura, a proposito di Iveco, divisione di Cnh Industrial, si sussurra che i cinesi avrebbero già fatto un’offerta a John Elkann, non ritenuta però interessante. Con la Casa italiana produttrice di veicoli commerciali e industriali, Geely avrebbe accesso a mercati importanti (Europa e America Latina), oltre a impossessarsi dei segmenti medio e pesante del settore. Ma a Geely, nel cui carniere ci sono già Volvo, Polestar, Lotus e quasi il 10% di Daimler-Mercedes, piacerebbe anche Maserati. Con il marchio italiano, il colosso, che fa capo al tycoon Li Shufu, completerebbe alla grande il suo polo automobilistico premium. Se la posta che Geely metterebbe sul piatto risultasse gradita a Elkann, il sacrificio del Tridente consentirebbe a Fca di concentrarsi di più sull’altro gioiello del gruppo, Alfa Romeo, assicurando al tempo stesso un futuro a Maserati. E visto come Geely si sta comportando con Volvo, l’autonomia e l’identità italiane non sarebbero messe in discussione. È chiaro che si tratta di voci e che a Ginevra si getterà acqua sul fuoco. Sarebbe, comunque, un errore non prenderle in considerazione. A proposito di Iveco, c’è anche il rovescio della medaglia. La Casa torinese, oggetto di una recente massiccia riorganizzazione voluta da Hubertus Mühlaüser, nuovo ad di Cnh Industrial, avrebbe messo in conto anche delle acquisizioni. E alla guida di Iveco c'è ora Gerrit Marx che dopo aver lavorato in McKinsey, occupandosi di Europa, Brasile e Giappone, e nei truck di Daimler, per poi passare a Volkswagen (Skoda), nel suo più recente lavoro alla Bain Capital ha gestito le operazioni di fusioni e acquisizioni. Marx è anche un profondo conoscitore del mercato cinese e sicuramente, nella sua attività professionale, avrà incrociato il numero uno di Geely. Un manager, dunque, dotato di un’esperienza globale e a 360 gradi proprio al capitolo delle fusioni e acquisizioni. In casa Iveco, disertato il Transpotec Logitec di Verona per la non disponibilità di novità da presentare, Marx non dovrebbe mancare, durante l’anno, ai due appuntamenti di prodotto più importanti: i lanci del furgone Daily, punto di forza del costruttore, e del pesante Stralis, entrambi rinnovati. Novità anche nel management, con Alessandro Nasi che entra nel consiglio di amministrazione di Cnh Industrial dopo aver guidato l’unità Difesa e Veicoli speciali. E sempre nella scacchiera della galassia Elkann-Agnelli, ma in Fca, Richard Palmer, indicato lo scorso anno tra i possibili successori allo scomparso Sergio Marchionne, sale di ruolo, e alla carica di cfo unisce quella di «executive director», incarico che finora spettava solo al presidente Elkann e all’ad Mike Manley.

Le nomine di Nasi e Palmer saranno proposte alle assemblee di Cnh Industrial e Fca del prossimo 12 aprile.

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