Economia

Ora l'Inps vuole indietro l'aumento delle pensioni

L'istituto pensionistico che aveva rideterminato la pensione per effetto del carovita sta richiedendo in modo retroattivo il conguaglio delle somme versate

Ora l'Inps vuole indietro l'aumento delle pensioni

Per effetto della manovra di bilancio del precedente governo M5S-Lega c'era stata una rideterminazione dell'importo del trattamento pensionistico precedentemente adottato per bilanciare il carovita. Così l'Inps, che aveva aumentato gli importi delle pensione sopra i 1522 euro lordi adeguandole all'inflazione, ha proceduto, in modo retroattivo, a richiedere indietro le somme versate in eccesso senza spiegare, ai pensionati, il motivo di tale scelta.

Il caso era stato pubblicato il 3 maggio scorso e di cui si sta occupando Repubblica, riporta che "l'inps aveva proceduto al taglio da aprile ma non per tutti. Prendendosi poi - in modo retro attivo, con un conguaglio a giugno - le somme dei primi tre mesi".

Numerosi pensionati, così, stanno ricevendo una comunicazione come quella pubblicata dal giornale, in cui si richiede, in proporzione al trattamento individuale, la restituzione della somma dovuta, entro il prossimo 18 ottobre attraverso bollettino Mav, evidenziando che "in caso di mancato pagamento, l'Inps è tenuto per legge a recuperare il credito attraverso l'Agenzia di riscossione". Logicamente questo atteggiamento, anche se si parla di somme in molti casi irrisorie, genera un po' di preoccupazione tra coloro i quali la stanno ricevendo anche perchè nessuna spiegazione di tale scelta è stata data.

La causa della rideterminazione è dovuta alla rivalutazione della pensione voluta dal primo governo Conte, per fare cassa e finanziare Quota 100. Così, per trovare i 3,6 miliardi in tre anni 17 miliardi nel decennio 2019-2028 aveva trovato parte delle risorse nella riduzione del trattamento pensionistico, generando insoddisfazione nelle parti sociali che il premier Conte aveva minimizzando accusando di avarizia i pensionati.

Ad essere coinvolti sono circa 5 milioni e mezzo di persone e peserà tra 300 e oltre 1.600 euro lordi nel triennio...

non tantissimo, ma abbastanza per spingere Cgil, Cisl e Uil a scendere in piazza, a San Giovanni, lo scorso giugno e Minacciando lo "sciopero dei nonni" prima dello "sciopero generale" in questo autunno.

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