Economia

Mediaset batte le stime sulla pubblicità (+4,5%)

Pier Silvio Berlusconi: «Ad aprile il balzo è del 10%. Su Premium una bella plusvalenza»

Cinzia Meoni

La pubblicità torna sulle reti Mediaset. Lo ha confermato ieri il top management a margine dell'assemblea degli azionisti, chiamata negli studi di Cologno Monzese ad approvare il bilancio e la distribuzione del dividendo (2 centesimi per azione). Ma questo non è bastato a convincere Piazza Affari, dove il titolo del Biscione ha chiuso la seduta sostanzialmente invariato a 3,97 euro (-0,9%).

«I dati ci fanno guardare avanti con ottimismo. Il consenso parlava di una crescita dei ricavi pubblicitari nel 2016 del 2,5%. Nei primi quattro mesi invece raccolta è aumentata del 4,5% e, ad aprile, è addirittura stata a doppia cifra, intorno al 10%», ha detto Pier Silvio Berlusconi, vice presidente e amministratore delegato di Mediaset.

Il top manager ha quindi ribadito la volontà della famiglia Berlusconi (a cui fa capo il 41% del capitale tramite Fininvest) di rimanere ancorata all'attività editoriale, confermando che l'accordo con Vivendi è da leggersi come un un'opportunità di crescita futura e non invece come l'avvio del disimpegno dalle partecipazioni detenute nei media. «La voglia della mia famiglia di restare nel campo dell'editoria e nella carta stampata è assoluta», ha dichiarato Pier Silvio Berlusconi: «L'accordo con Vivendi è il segno di una volontà di continuare a investire e di costruire qualcosa, possibilmente ancora più grande». «Le aree su cui stiamo lavorando con i francesi sono tre: la creazione di una major europea, un over the top per tutto il Continente e un network di pay tv. Opereremo sfruttando economie di scala e internazionalizzando i contenuti», ha aggiunto il presidente Fedele Confalonieri. Che ha poi ricordato come i due gruppi si troveranno a operare su 5 mercati europei (Francia, Italia, Spagna, Germania e Polonia), in Africa e in Estremo Oriente. Per i frutti della partnership, basata su uno scambio azionario del 3,5% e sulla vendita di Premium, occorrerà attendere il 2017, ma le attese sono positive. «Si tratta di una jont venture vera. I primi modelli di business li avremo nei primi mesi del prossimo anno», ha annunciato Pier Silvio Berlusconi, escludendo una ricaduta dell'alleanza su Telecom Italia, di cui Vivendi è il primo socio con poco meno del 25%. La definizione dell'alleanza Mediaset-Vivendi, attesa entro l'autunno, porterà grazie alla cessione di Premium a una «bella plusvalenza» sul bilancio 2016: «Per Premium la differenza fra costi e ricavi è di 244 milioni, oggi vendiamo a 750 milioni. Si può tranquillamente parlare di creazione di valore». Quanto alla gestione della plusvalenza, l'ad di Mediaset parla di «opportunità» al vaglio, ovvero l'ipotesi di un maxi-dividendo non è esclusa.

Confalonieri ha poi criticato l'Antitrust sulla multa da 51 milioni inflitta a Mediaset insieme a Sky (4 milioni) per il nodo dei diritti tv della Serie A e ha annunciato il ricorso contro il provvedimento.

È una sanzione «ingiusta ed enorme», ha commentato Confalonieri ricordando come l'altra autorità competente, l'Agcom, avesse confermato la validità dell'assegnazione e della sub licenza.

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