Economia

Mps ottiene le dimissioni dei «ribelli»

Turchi e Demartini lasceranno il cda per far spazio ai rappresentanti di Fintech e Btg Pactual

Mps ottiene le dimissioni dei «ribelli»

Dopo tre mesi di tira e molla, si risolve il giallo del consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi. Il vice presidente della banca senese Marco Turchi e la consigliera Paola Demartini, entrambi nominati nel cda della banca dalla Fondazione Mps nel 2012, hanno ieri dato la loro disponibilità a dimettersi per fare spazio a due rappresentanti dei nuovi grandi soci di Mps, le finanziarie sudamericane Fintech e Btg Pactual. Finisce così il braccio di ferro iniziato con l'ingresso nel capitale dei due nuovi soggetti finanziari - in accordo parasociale con la Fondazione e rispettivamente con il 4,5 e il 2,5% - in occasione dell'ultima ricapitalizzazione. In seguito alla quale la Fondazione Mps, che nel 2012 era ampiamente il primo azionista, si è diluita fino al solo 2,5% del capitale.

Turchi e Demartini si fanno da parte dopo che il neo presidente della Fondazione, Marcello Clarich, anche in seguito al disappunto dei nuovi soci, a fine agosto aveva preso carta e penna per chiedere un passo indietro a tutti e quattro i membri del cda espressi dalla Fondazione. Quindi anche ad Angelo Dringoli e Marina Rubini. Una lettera che, nel chiedere il sacrificio, offriva «la disponibilità a provvedere, qualora richiesto, al ristoro dei mancati compensi per l'anticipata conclusione dell'incarico» in scadenza nella prossima primavera. Circa 50mila euro a testa. Una missiva che però era non stata presa bene dai quattro consiglieri, soprattutto da Rubini e Dringoli. Secondo indiscrezioni, i due non avrebbero gradito che ad altri fossero state fatte proposte diverse e più allettanti. Sta di fatto che, alla fine, a dimettersi sono stati i due consiglieri più morbidi: Demartini, docente a Roma e il commercialista Turchi, nonostante il parere contrario del presidente della banca Alessandro Profumo, che avrebbe preferito rimanesse al suo posto.

Con una nota ufficiale la banca senese ha ieri certificato che le disponibilità a dimettersi di Turchi e Dringoli sono state date «per consentire il rispetto del patto sottoscritto dalla Fondazione Mps e quindi favorire l'ingresso dei rappresentanti dei nuovi soci esponenti del Patto di sindacato». Mentre lo stesso Profumo, conclude la nota dell'istituto, «ha espresso un vivo ringraziamento ai consiglieri per il senso di responsabilità dimostrato» che, «in prospettiva», consentirà «una piena rappresentanza dei nuovi azionisti strategici, entrati nella compagine azionaria nella prima parte dell'anno».

Turchi e Demartini formalizzeranno le dimissioni nei prossimi giorni in accordo con le future cooptazioni da effettuare in consiglio.

Entrambi avrebbero infine rivolto un invito formale a seguire il loro esempio anche agli altri due consiglieri nominati dall'Ente.

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