Economia

Non deve comandare la paura

John Anderson vive a New York, ha 55 anni, è sposato con Ann e ha due figli di 20 e 16 anni. Ingegnere elettronico, guadagna abbastanza per permettersi una bella casa in una delle zone residenziali della città. Per gestire i risparmi, da 10 anni, si avvale di un financial advisor di una delle più importanti banche Usa. Fino a metà dello scorso anno John non si era mai dovuto preoccupare davvero della crescita dei propri capitali: le scelte del suo consulente, che aveva condiviso, erano andate nella direzione giusta. A metà del 2018, controllando gli investimenti, John ha notato che alcuni dei suoi piani avevano «saldi» diversi da quanto si sarebbe aspettato. Aveva chiesto spiegazioni a Mark, il consulente di banca, che lo aveva rassicurato spiegandogli che era solo una contingenza di mercato. «Passerà in fretta», gli aveva detto. Invece le cose non erano migliorate. Anzi, il valore dei suoi investimenti continuava a scendere. A dicembre tutto è precipitato. Alla vigilia di Natale l'S&P500 aveva perso oltre il 9% in meno di un mese. In preda all'ansia, John chiama Mark ma non riesce a parlare con lui, così chiude tutte le posizioni. Aveva perso molto, ma la fuga da quel «precipizio» era finalmente completata. «Rientrerò al momento giusto», disse a se stesso. È il 30 gennaio del 2019. Dal 24 dicembre lo S&P500 è salito del 14% circa. John non è mai riuscito a investire di nuovo. Così ha perso sia il 9% del calo di dicembre, sia il 14% del rialzo successivo.

La morale di questa storia è facilmente intuibile. Non possiamo prevedere cosa accadrà ai mercati, ma sappiamo che sono i nostri comportamenti a governare i risultati dei nostri investimenti. Se John non avesse disinvestito non solo non avrebbe perso soldi, ma avrebbe guadagnato rispetto al mese precedente. E se il suo consulente lo avesse bene assistito e gli avesse fatto versare altri soldi durante il calo dei mercati quanto avrebbe guadagnato? Ma il 24 dicembre lui non c'era, del resto era la vigilia di Natale.

leopoldo.

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