Economia

Occhiali, l'export fa volare il made in Italy e il legno diventa affidabile e hi-tech

Si è chiusa a Milano la 43esima edizione del Mido, il salone dell'occhialeria. La produzione nazionale cresce grazie alla domanda estera e tocca il fatturato record di 2.800 milioni. Il materiale naturale guadagna in robustezza e flessibilità. Ma diventa alla portata di tutti al made in China

Legno e vintage. Le novità più importanti del Mido 2013 sono queste. Da 25 a 500 euro e oltre. Grazie ai produttori cinesi gli occhiali di legno sono ormai alla portata di tutti. Nel frattempo i prezzi dei modelli hi-tech delle piccole e medie aziende del made in Italy (ma anche made in Germany) continuano a scendere. Un po' a causa della crisi e un po' grazie al progresso tecnico che permette di migliorare il prodotto (adesso ci sono occhiali di legno che pesano meno di 10 grammi) ma anche di abbattere i costi. Due o tre anni fa i modelli del cosiddetto «top di gamma» venivano proposti in negozio a prezzi che andavano dagli 800 ai mille euro, adesso si possono comprare con 3/400 euro. Cifre ancora improponibili per il consumatore medio, che però grazie al made in China può prendere confidenza con l'ultima frontiera dell'occhialeria in fatto di materiali. E se prima i produttori asiatici usavano solo il bambù adesso si sbizzarriscono con la quercia, il tek, l'ebano, il palissandro e altre essenze alcune delle quali da noi poco conosciute, con cui realizzano occhiali che replicano, per esempio, gli evergreen Persol a goccia degli anni Settanta. Tornando al made in Europe, il legno diventa sempre più tecnologico, con lamine di metallo e materiali compositi fra un foglio di legno e l'altro. Acquista più leggerezza e molta più robustezza e affidabilità, insomma. E al tempo stesso diventa anche più colorato e accattivante, grazie ai colori naturali ma anche a quelli artificiali tipici degli acetati. Fin qui l'essenziale sul legno, che si appresta a diventare un materiale da occhiali come un altro, al pari dell'acetato, del carbonio, del titanio, dell'alluminio e della gomma.
Quanto al vitange, è presto detto. Ormai solo i produttori cinesi più tetragoni continuano a sfornare solo montature per lenti rettangolari, tutte diverse ma tutte uguali. Gli altri, dai loro connazionali più avvertiti agli artigiani del Cadore passando per le griffe globalizzate e i brand emergenti della moda e i marchi di nicchia francesi, inglesi, olandesi, tedeschi e catalani, recuperano le forme del passato. Con i francesi più sensibili agli anni Quaranta e Cinquanta, l'epoca d'oro della celluloide, e i britannici più attratti dagli anni Sessanta, con i primi connubi fra tartaruga e metallo. Quasi tutti, comunque, ampliano la loro offerta a modelli con occhiali retrò, meno squadrati, più tondeggianti, ma anche colorati.
Questo e tanto altro si è messo in mostra nei padiglioni di Rho della Fiera di Milano durante la 43esima edizione del Mido, il salone internazionale dell'occhialeria e della filiera dell'ottica (occhiali da sole, montature da vista, acchinari, lenti, accessori, minuteria, distribuzione organizata...) che ha chiuso i battenti ieri con un incremento del 3% sia dei visitatori sia degli espositori.
Un'edizione che ha registrato, naturalmente, il momento critico dell'economia. I consumi interni sono al minimo e l'unico spiraglio di luce per il made in Italy è dato dall'internazionalizzazione. Le esportazioni di montature, occhiali da sole e lenti, che rappresentano ormai il 90% della produzione del settore, sono cresciute del 7% rispetto al 2011 raggiungendo il loro massimo storico: 2.631 milioni di euro. In testa il mercato europeo, con una quota di poco inferiore al 50% del totale delle esportazioni italiane del settore e una crescita tendenziale del 4,9%. Seguono America (+11,3%), Asia (+7,1%) e Oceania (+7,7%). La produzione dell'occhialeria italiana nel 2012 è stata di 2.799 milioni di euro con un aumento del 5,3% rispetto all'anno precedente.
«I consumi in Italia crollano - ha detto Cirillo Marcolin, presidente di Mido e Anfao (l'associazione dei produttori italiani aderenti a Confindustria) -, la concorrenza è sempre più forte ed è necessario investire affinando lo strumento fieristico, rendendolo sempre più funzionale alle esigenze delle aziende».

E la novità di questa edizione del salone è stato «Out of Mido», un evento aperto a tutti durante il Fuorisalone del Mobile, presso la l'Hotel Nhow in zona Tortona, dedicato agli appassionati di eyewear di design.

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