Economia

Pensioni, la beffa del governo: "Impensabile rimborsare tutti"

La Consulta boccia la norma Fornero e obbliga Renzi a pagare il maltolto ai pensionati. Ma il governo si oppone

Pensionati in attesa in un ufficio dell'Inps
Pensionati in attesa in un ufficio dell'Inps

Con l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale, il rimborso per una pensione che nel 2011 era di 1500 euro lordi, quindi appena superiore alle tre volte il minimo, dovrebbe partire da 2.540 euro per i due anni di blocco (2012 e 2013) e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014. Il condizionale nello studio sulle pensioni elaborato dal Servizio politiche fiscali della Uil, in cui viene indicata una rivalutazione di circa 85 euro al mese, è d'obbligo perché il governo non ha alcuna intenzione di rimborsare tutti i 6 milioni di italiani che, per effetto della sentenza della Corte costituzionale sulla norma Fornero, ne avrebbero diritto.

Pur sottolineando che si tratta di "una opinione espressa a titolo personale", il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti mette in chiaro che non tutti i pensionati godranno della sentenza della Consulta che la scorsa settimana ha bocciato la norma firmata dall'allora ministro Elsa Fornero e infilata da Mario Monti nel Salva Italia. "Escludo che sia possibile restituire a tutti l’indicizzazione delle pensioni, per quelle più alte sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte - spiega Zanetti - occorre farlo per le fasce più basse". Ma è davvero "una opinione espressa a titolo personale"? Mica tanto. Fonti governative hanno, infatti, confermato la posizione di Zanetti spiegando che "non rimborsare tutti è compatibile con la sentenza della Consulta". Poi, sibillino, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha ricalcato: "Stiamo pensando intensamente sia agli aspetti istituzionali sia a quelli di finanza pubblica. Stiamo pensando a misure che minimizzino gli effetti sulla finanza pubblica, nel pieno rispetto della Corte". La rivalutazione delle pensioni andrà a scalare con l’aumentare dell’assegno. "La soluzione - ha assicurato lo stesso Zanetti - va trovata nell’ordine delle settimane".

Dando più disponibilità di reddito a milioni di pensionati, l'applicazione della sentenza della Corte costituzionale sarebbe un contributo importante alla ripresa dei consumi interni e, quindi, un sostegno alla ripresa della crescita e delle attività produttive con beneficio per l’occupazione. Ma il governo deve fare i conti coi bilanci in rosso. Secondo una stima effettuata dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, infatti, la decisione presa la settimana scorsa dalla Consulta in materia previdenziale potrebbe costare alle nostre finanze oltre 16,6 miliardi di euro. Bruxelles sta aspettando la decisione del governo su come attuare la sentenza della Consulta per valutarne l'impatto sui conti.

"Questo non deve compromettere l’impegno italiano a rispettare le regole del Patto", fanno sapere fonti Ue precisando che "la sostenibilità dei conti deve restare una priorità anche alla luce dell’alta spesa pensionistica".

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