Economia

Pensioni d'oro, frenata leghista. Salvini boccia il taglio del M5S

Salvini conferma la flat tax e il taglio alla Fornero. Ma senza sforare il tetto del 3% e con misure che arriveranno spalmate su tutta la legislatura. E sulle pensioni d'oro frena i Cinque Stelle

Pensioni d'oro, frenata leghista. Salvini boccia il taglio del M5S

La Lega ha deciso di cambiare rotta. Anzi: di rivedere la strategia. La riunione dei leghisti ieri al Viminale ha segnato un punto importante nel futuro delle manovre economiche che il partito di Salvini vorrà mettere in campo durante il governo con i Cinque Stelle. Ieri il leader ha fatto sapere che le misure promesse in campagna elettorale verranno sì attutate, ma spalmate su tutta la legislatura. Dunque l'incedere sarà progressivo, non tutto e subito. E non ci saranno ghigliottine sulle pensioni.

"La Legge Fornero è la priorità assoluta per la Lega", dice oggi il vicepremier a 'Radio anch'io' su Rai Radio1. "Io conosco tanti imprenditori che mi dicono che, se mi mandi in pensione il lavoratore a 61, 62, 63 anni, io ne assumo altri. Va riconsiderato - aggiunge - tutto il sistema pensionistico che quello fiscale. La prima priorità è arrivare a 100, liberare dalle catene e mandare finalmente in pensione chi se l'è meritato. È una legge sbagliata". A aumentare la tensione con l'alleato del M5S è però il taglio alle pensioni d'oro. Nel programma di governo è previsto un taglio a quelle sopra i 5mila euro, ma Di Maio da qualche tempo non fa che annunciare una riduzione dell'asticella.

La Lega però ha già mostrato la paletta rossa ad una proposta presentata in aula e Riccardo Molinari (Lega) e Francesco D' Uva (5 stelle). Questo significa che il taglio "trasversarele" (perché non effettivamente legato ai contributi versati) alla quota che superava i 4mila euro, ipotizzato dal primo testo arrivato agli studi della maggioranza, non verrà attuato. Il motivo dello stop leghista, scrive La Verità, è dovuto al fatto che avrebbe penalizzato i pensionati del Nord. E così quando Salvini dice che a fare un "sacrificio" dovranno essere solo quelli che "non hanno la pensione coperta dai contributi" sta mandando un messaggio ai Cinque Stelle, desiderosi di dare in pasto agli elettori il taglio agli assegni d'oro: se vorranno far calare la scure, ha detto ieri il sottosegretario Gravaglia, dovranno limitarsi a quelle sopra i 5mila euro perché sotto quella soglia "non si tocca niente". "Nel contratto di governo - ha ripetuto oggi Salvini - si parla di 5 mila euro netti al mese non coperti da contributi: chi ha una pensione coperta da contributi, visto che in questo Paese la proprietà privata è sacra, non è sfiorato, chi ha pensioni enormi non coperte da contributi, evidentemente, visto il momento fa un sacrificio per rispetto a chi non ha quelle pensioni".

Il ministro dell'Interno è tornato a ribadire anche che con l'Europa sui conti non cercherà lo scontro. Gli impegni presi con gli italiani, dice, verranno realizzati "rispettando tuti i vincoli e le regole imposti da sopra, da sotto e di fianco saremo le persone più felici del mondo". Patti chiari, però, e amicizia lunga: "È chiaro ed evidente - è il ragionamento del vicepremier - che se per mettere in sicurezza l'Italia, ponti, strade, autostrade, ferrovie e scuole dovessimo spendere un miliardo in più rispetto a quanto ci è permesso, lo spenderemo". La Flat tax "partirà dai più piccoli" e si affronterà la questione delle accise sulla benzina, "con l'obiettivo di annullare gradualmente quelle che hanno compiuto 60-80 anni di storia". E poi taglio della Fornero, "quota 100 da subito per tutti", il "taglio del cuneo" e un modo per "fermare l'aumento dell'Iva".

Ma tutto senza fretta: "Se vogliamo governare a lungo, non possiamo far saltare i conti".

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