Economia

Pensioni, ecco le uscite di sicurezza

Oltre al requisito anagrafico esistono anche altri strumenti che consentono di abbandonare regolarmente dal mondo del lavoro. Il punto sulle uscite di sicurezza

Pensioni, ecco le uscite di sicurezza

In vista di una probabile stretta sulle pensioni, è bene sapere che non c'è solo il requisito anagrafico per ottenere il meritato assegno pensionistico. Da Quota 100 all'Ape sociale, oltre all'età - cioè il raggiungimento della soglia di 67 anni - esistono infatti anche altri strumenti che consentono di uscire regolarmente dal mondo del lavoro.

Come sottolinea Il Sole 24 Ore, accanto alla pensione di vecchiaia troviamo quella anticipata ma anche Opzione donna e altre soluzioni specifiche per determinate categorie di lavoratori.

In prima battuta vale la pena citare Quota 100, misura che resterà in campo fino al 2021 e che ha introdotto una notevole forma di flessibilità, prevedendo l'anticipo pensionistico a 62 anni e 38 di contributi.

In attesa di capire cosa succederà dopo l'anno spartiacque del 2021, nel frattempo è già partita una corsa al pensionamento anticipato con le regole attuali.

Dall'Ape sociale a Opzione donna

Tra le novità introdotte quest'anno, una riguarda la platea dei lavoratori nati a cavallo tra il 1957 e il 1961, che potrebbe smettere di lavorare mediamente 4-5 anni prima dei 67 anni di età. Un esempio? Le lavoratrici che hanno raggiunto nel 2019 i 58 o 59 anni di età e i 35 di contributi. Attenzione però, perché non sappiamo se questa soluzione sarà offerta anche a coloro i quali matureranno i requisiti nel corso dell'anno vigente.

Con le già anticipate modifiche introdotte con la legge di Bilancio 2020, per Opzione donna il requisito anagrafico è salito a 58 anni di età per le dipendenti e a 59 per le lavoratrici autonome. Ampliata anche la scadenza. Ciò significa che può aderire a questa uscita anticipata chi ha raggiunto 58 o 59 anni e 35 di contributi entro la fine del 2018.

L'Ape sociale è stato prorogato per il 2020 e consente ad alcune persone di abbandonare il mondo del lavoro a 63 anni (e 30 o 36 anni di contributi, a seconda alla categoria in cui si rientra) e ricevere un assegno mensile fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Restano attive altre strade, come ad esempio i canali riservati a chi ha accumulati molti anni di contribuzione. Citiamo a questo proposito la pensione anticipata e quella per i precoci: entrambe prevedono l'accesso alla pensione anche prima dei 60 anni di età. Discorso a parte merita la condizione di chi ha svolto lavori cosiddetti "usuranti": in tal caso sono necessari almeno 61 anni e 7 mesi.

Le finestre

Per quanto riguarda le finestre, con la pensione di vecchiaia si accede all'assegno il mese o il giorno successivo al raggiungimento dei requisiti. Per Opzione donna è previsto un periodo di 12 mesi se ha contributi solo come lavoratrice dipendente; 18 se ne ha anche come autonoma.

Si devono invece attendere 3 mesi per la pensione anticipata (ottenibile dopo 42 anni e 10 mesi di contributi; un anno in meno per le donne) così come per quella destinata ai precoci. La finestra di Quota 100 è di 3 mesi per i lavoratori del settore privato; 6 per chi fa parte del comparto pubblico.

In altre parole, considerando il periodo tra la maturazione dei requisiti e il primo assegno, chi raggiunge il requisito quest'anno non necessariamente andrà effettivamente in pensione entro il mese di dicembre.

Riscatto di laurea agevolato e pace contributiva

Vale la pena infine spendere due parole per due metodi "innovativi" per poter aumentare la propria anzianità contributiva. Si tratta del riscatto di laurea agevolato e della pace contributiva; la prima è stabile nel nostro ordinamento, la seconda è una sperimentazione fino al termine del 2021.

Il riscatto di laurea agevolato consiste nella possibilità, dietro pagamento, di “accreditare un numero di anni di contributi pari alla durate del corso legale di laurea”.

La pace contributiva riguarda invece la possibilità di “riscattare un massimo di 5 anni di periodi scoperti dalla contribuzione”.

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