Economia

La disoccupazione sale: si infrange il sogno di Renzi

Dopo il forte calo registrato a dicembre, seguito da un’ulteriore diminuzione a gennaio, a febbraio il tasso di disoccupazione torna a salire. Il governo aveva cantato vittoria troppo presto

La disoccupazione sale: si infrange il sogno di Renzi

Da imprese e consumatori è arrivato, giusto ieri, un nuovo slancio di ottimismo con gli indici della fiducia che toccano a marzo i massimi da luglio 2008, per le aziende, e da maggio 2002, per le famiglie, negli ultimi dati Istat. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha subito soffiato sul fuoco della fiducia prevedendo che gli 1,9 miliardi stanziati per gli sgravi nelle assunzioni potrebbero portare fino a un milione di posti di lavoro. È un "numerone", riconosce il ministro: "Spero, mi auguro, che questo dato si produca: i primi sintomi ci sono già".

Il dato sulla fiducia delle imprese in particolare è "positivo", secondo Poletti, perché "è la conferma di un trend che da un po' di mesi si è attivato". I sogni di gloria del ministro, purtroppo, si sono infranti contro il muro dei dati sulla disoccupazione pubblicati oggi dall'Istat. Dopo il forte calo registrato a dicembre, seguito da un’ulteriore diminuzione a gennaio, a febbraio il tasso di disoccupazione sale di 0,1 punti percentuali, tornando al 12,7%, lo stesso livello di dicembre e di 0,2 punti più elevato rispetto a febbraio 2014. "Nei dodici mesi il numero di disoccupati è cresciuto del 2,1% - fa notare l'istituto di statistica - in valore assoluto i disoccupati a febbraio sono 3,24 milioni". Non solo. Dopo la crescita del mese di dicembre e la sostanziale stabilità di gennaio, a febbraio sono pure diminuiti gli occupati. Che scendono dello 0,2%. Sono state bruciate ben 44mila unità. "Il tasso di occupazione, pari al 55,7%, cala nell’ultimo mese di 0,1 punti percentuali - continua l'Istat - rispetto a febbraio 2014, l’occupazione è cresciuta dello 0,4% (+93 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti".

Il 30 gennaio Matteo Renzi twittava: "Centomila posti di lavoro in più in un mese. Bene. Ma siamo solo all'inizio. Riporteremo l'Italia a crescere". Il 2 marzo, poi, rincarava la dose: "Più 130 Mila posti di lavoro nel 2014, bene ma non basta".

I pessimi dati dell'Istat arrivano proprio nel giorno in cui la Germania registra un calo della disoccupazione. A marzo il tasso di disoccupazione è sceso al 6,4% rispetto al 6,5% della passata rilevazione e delle attese del mercato. Il numero dei senza lavoro è diminuito di 15mila unità. Sono invece 42,5 milioni gli occupati. Forse, Renzi e il suo governo avevano cantato vittoria troppo presto.

Adesso, però, non regge nemmeno più la scusa per cui il Jobs act deve essere ancora approvato.

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