Economia

La procura vuole il tesoretto di Zonin

I commissari liquidatori di Pop Vicenza chiedono la revoca dei patti di famiglia

Gianni Zonin, ex presidente della Popolare di Vicenza
Gianni Zonin, ex presidente della Popolare di Vicenza

La procura vuol mettere le mani sul «tesoro» degli ex vertici della Popolare di Vicenza. E dopo i sequestri della settimana scorsa (1,7 milioni di euro, che però serviranno in gran parte a pagare il conto delle spese processuali) la banca in liquidazione coatta amministrativa ha fatto partire le prime azioni revocatorie verso l'ex patron Gianni Zonin, gli ex consiglieri Maria Carla Macola e Giuseppe Zigliotto.

Quattro azioni revocatorie sono state depositate presso il Tribunale di Vicenza e sono in corso di notifica. L'obiettivo dei commissari liquidatori (Fabrizio Viola, Giustino Di Cecco e Claudio Ferrario) è quello di ricostituire l'integrità del patrimonio degli ex vertici, così da permettere alla liquidazione in caso di vittoria nelle azioni di responsabilità e risarcitorie da parte dei piccoli azionisti rimasti travolti dal crac, di veder soddisfatte almeno in parte le proprie pretese.

I commissari hanno anzitutto chiesto la revoca di due patti di famiglia con cui Zonin ha ceduto ai figli Domenico, Francesco e Michele la piena proprietà del 26,9% e i diritti di usufrutto sul 23% del capitale della Gianni Zonin Vineyards sas di Giovanni Zonin&C e il 38,5% della Zonin Giovanni Sas, la holding dell'impero vitivinicolo del banchiere.

Dal 20 gennaio 2016 aziende e vigne della Zonin 1821 appartengono ai tre figli. Nove tenute in Italia, per 2mila ettari coltivati a vite, una in Virginia, negli Usa. I finanzieri hanno anche scoperto la cessione alla consorte del 2 per cento di Tenuta Rocca di Montemassi Srl (il restante 98% è già della signora).

Donazioni e cessioni che sicuramente erano stati già previsti in tempi non sospetti, ma di certo hanno messo al riparo il patrimonio di famiglia dalle tempeste giudiziarie. L'ex presidente della Pop Vicenza risulta solo proprietario di un «piccolo» terreno nella sua Gambellara e di un immobile di «modesta estensione» in Toscana. Oltre a 51.920 azioni della vecchia Popolare, praticamente prive di valore. Gran parte del patrimonio è stato ceduto ai familiari nell'arco di un biennio. E questo per il giudice «concretizza il pericolo che, in caso di futura condanna, l'imputato non disponga delle garanzie sufficienti a coprire il credito vantato dall'erario per le spese di procedimento».

Gli avvocati di Zonin, in una nota sottolineano come tali azioni «non introducano elementi di particolare novità all'interno del quadro giudiziario, in quanto già rappresentate e annunciate in passato». E a nome del proprio assistito precisano che questi passaggi di quote «non hanno pregiudicato o alterato in alcun modo la posizione creditoria della banca» nei confronti dell'ex presidente della banca veneta.

Un'altra revocatoria è stata notificata all'ex presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, per il conferimento di un immobile in un fondo patrimoniale. Anche nel suo caso un punto di riferimento è la moglie, che ha ricevuto in regalo due unità immobiliari a Ravenna.

Altre due revocatorie sono state indirizzate all'ex consigliera Macola per i conferimenti delle quote nella società Turistica Partecipazioni, nella società Agricola Partecipazioni e nella Società agricola Bonsembiante di Maria Carla Macola & C.

Commenti