Economia

Retromarcia di Fca, ok al piano Italia

Manley: "Confermati 5 miliardi di investimenti. Asse con Psa? Aperti se ci rafforza"

Retromarcia di Fca, ok al  piano Italia

Ginevra Mike Manley, per Fca, e Louis Carey Camilleri, per Ferrari: i due ad, subentrati a Sergio Marchionne, al loro primo Salone dell'auto europeo, hanno parlato del futuro e fatto capire di aver voltato pagina in tema di strategie. D'obbligo, per Manley, un chiarimento dopo l'annuncio di voler rivedere gli investimenti in Italia (5 miliardi) a causa della politica del governo nei confronti dell'auto (il sistema bonus-malus). «L'investimento non si tocca, tutto confermato - la retromarcia di Manley -; volevamo capire le dinamiche del mercato per fare le scelte giuste. Un impatto dalle misure decise ci sarà, ma è da vedere quale, visto che il bonus-malus è appena entrato in vigore». Manley non fa commenti, a differenza del suo predecessore, su politica e governo; e sulla conferma dei 5 miliardi per il piano Italia, incassa il commento positivo di Marco Bentivogli, leader della Fim: «È un'ottima notizia».

Il sindacalista apprezza anche il cambio di passo di Fca sullo sviluppo delle motorizzazioni elettrificate e di quelle relative a connettività e guida autonoma. E lo stesso Bentivogli plaude alla volontà del gruppo di tenersi ben stretta Maserati, sulla quale la cinese Geely avrebbe aperto un dossier. «Le parole dell'ad rappresentano una buona notizia per il Paese e sono un segno di serietà per gli impegni presi». E a proposito delle passate minacce di congelamento del piano Italia, Bentivogli lancia un messaggio al governo: «Il calo delle vendite a inizio anno dovrebbe aver fatto capire, con un conto molto salato sulla produzione industriale, che il settore è fondamentale per l'economia e il Pil. Serve un Paese meno ostile all'industria e al lavoro, e che agevoli l'innovazione, la crescita di competenza e le infrastrutture, oggi tra le più arretrate d'Europa». Fca, da parte sua, sembra aver «perdonato» a Palazzo Chigi lo sgarbo dell'ecotassa e di un bonus che porterà all'azienda, per ora, zero euro.

Il faro di Geely sui gioielli del Lingotto e la strizzata d'occhio di Psa a Fca, in vista dell'espansione francese negli Usa, hanno portato Manley ad affermare che «sì il Lingotto è in grado di camminare da solo», ma che «ogni opportunità derivante da accordi, alleanze e fusioni saranno valutate; l'obiettivo è quello di un futuro più forte per il gruppo». «Su quanto uscito da Psa - la precisazione successiva - ribadisco: se c'è una partnership, un consolidamento o un'alleanza che ci porta in una posizione più forte, sono aperto a sondarla».

Al Salone dell'auto di Ginevra, che apre domani al pubblico, Fca presenta Tonale, concept del futuro Suv compatto di Alfa Romeo (darà il via all'elettrificazione del marchio), e Fiat Centoventi (l'erede della Punto?), una vision su come sarà la mobilità elettrica di massa nel prossimo futuro. In vetrina anche le versioni ibride plug-in di Jeep Renegade e Compass. Fca, però, respinge le accuse di essere in ritardo sul tema dell'auto ibrida ed elettrica: «Ci saremo nel momento giusto (dal 2020), visti i numeri attuali del mercato».

Sul tema dei servizi per la mobilità, Manley tende la mano all'alleanza Bmw-Daimler («potremmo essere un partner papabile») e conferma l'impegno del gruppo con Bmw, Intel e MobilEye sulla guida autonoma.

Sullo stand Ferrari, che fa capo a Exor, anteprima della prima delle 5 novità di quest'anno, la F8 Tributo (236mila euro). Per la supercar ibrida bisognerà invece attendere la presentazione fissata a fine maggio, mentre la disponibilità sarà nel 2020. Camilleri ha affermato che in futuro le vendite del Cavallino potranno crescere ancora, viste le potenzialità della Cina e di altri mercati.

E se in passato non ci si azzardava a parlare di una Ferrari con 4 porte, Camilleri non lo ha escluso: «Per me non esiste il termine mai».

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