Economia

Risanamento dalle banche per rilanciare Santa Giulia

Quando c'è di mezzo Telecom Italia i colpi di scena non mancano. Ieri, secondo l'agenzia Bloomberg (la stessa che ha ricostruito la scalata allo studio di Sol Trujillo) Telecom avrebbe incaricato il Banco Bradesco di negoziare l'acquisizione di Oi tramite la propria controllata brasiliana Tim Participacoes. Sia Tim sia Bradesco, tuttavia, non hanno voluto commentare la notizia.

Può darsi che l'incarico sia solo esplorativo anche se, non c'è dubbio, che il consolidamento in Brasile nel settore delle Tlc sia in atto dopo l'acquisto di Gvt, operatore in fibra ottica da parte di Vivo, il primo operatore mobile controllato dagli spagnoli di Telefonica, ex primi azionisti di Telecom Italia. Tra Tim e Oi ci sono, comunque, dei precedenti e la fusione farebbe comodo a entrambi. Già un mese fa, del resto, Oi aveva incaricato Btg Pactual di studiare l'acquisto di Tim Brasil, mentre a settembre il direttore finanziario di America Movil, Carlos Garcia-Moreno, aveva parlato di colloqui con Oi per un'offerta congiunta su Tim.

Quanto all'accelerazione di ieri, non si conoscono ulteriori dettagli, ma si immagina che, dato l'alto debito di Telecom Italia (27 miliardi di euro), un accordo del genere possa essere fatto solo carta contro carta.

A conti fatti, comunque, sarebbe Tim Brasil ad avere la maggioranza in quanto è il secondo operatore mobile in Brasile, mentre Oi è il quarto. La mossa sarebbe una rivincita per l'ad di Telecom, Marco Patuano, dopo che Telefonica è riuscita ad aggiudicarsi Gvt. L'ex controllata di Vivendi che ha poi anche rilevato l'8% di Telecom detenuto da Telefonica ed è diventato così il primo azionista del gruppo italiano.

Quanto, invece all'Italia, tra le decisioni dell'ultimo cda Telecom ci sarebbe il mandato a Patuano di tentare l'acquisto della rete in fibra ottica di Metroweb. Ma, secondo il presidente della Cassa depositi e prestiti e della stessa Metroweb Italia, Franco Bassanini, e dell'ad di Fastweb, Alberto Calcagno, la società in fibra ottica non sarebbe in vendita. Metroweb realizza 50 milioni di euro di ebitda annui con la rete ad alta velocità a Milano, Bologna, Torino e Genova, ed è controllata all'87% da Metroweb Italia, a sua volta partecipata al 53,8% da F2i e al 46,2% dal Fondo strategico italiano che fa capo a Cdp. C'è anche Fastweb con una quota pari all'11 per cento. In realtà, manca una voce, quella di F2i. A voler vendere sarebbe proprio quest'ultima che avrebbe proposto a Fastweb la sua quota. Ma la società, controllata dagli svizzeri di Swisscom, non sarebbe propensa ad aprire il portafogli.

A questo punto, potrebbe entrare in scena Telecom Italia, anche se il presidente Giuseppe Recchi, ieri, si è trincerato dietro un laconico «no comment».Del resto, già a fine marzo si era parlato di un possibile interesse dell'ex monopolista per Metroweb: l'acquisto di una partecipazione sarebbe stata l'occasione per attivare la partnership con la Cdp al fine di investire sulla rete di nuova generazione (in fibra ottica), evitando così lo scorporo della tradiozionale rete in rame.

Una mossa azzeccata, secondo gli analisti di Equita, da un punto di vista industriale, ma che potrebbe comportare la reazione dell'Antitrust. La rete in fibra sarebbe un supporto enorme per l'innovazione del Paese. Quello della rete è stato un tema cruciale nel convegno sulle tlc organizzato da Between a Capri.

Ieri, ultimo giorno del convegno, l'amministratore delegato di «3» Vincenzo Novari ha espresso fiducia sul governo Renzi: «C'è finalmente qualcuno che sta provando a cambiare le regole e per questo incontra molte resistenze».

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