Economia

Lo studio McKinsey Global: i Paesi a rischio crac

Uno studio del McKinsey Global Institute alza il velo sulla salute delle economie mondiali: diversi Paesi rischiano il crac. E i dati sull'Italia non sono confortanti

Il premier Alexis Tsipras di spalle
Il premier Alexis Tsipras di spalle

La Grecia per il momento avrà ancora ossigeno. Ma in tanti scommettono già sul crac di Atene nonostante gli aiuti dell'Europa. Non c'è però solo il Partenone a tremare. Ci sono anche altri Paesi che lontani dai riflettori sono sull'orlo del baratro. A svelarlo è una ricerca del McKinsey Global Institute guidata da due economisti di Harvard come Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff. I dati che emergono dallo studio sono inquietanti. Dalla fine del 2007 alla fine del 2014, tutti le piu’ importanti nazioni hanno subito pesanti variazioni sulla percentuale del debito pubblico sul PIL. Il passo più consistente verso il baratro l’ha fatto la Spagna, il cui debito sul PIL e’ cresciuto di 93 punti percentuali. Dietro c'è il Portogallo con 83 punti. La Grecia, in questa classifica, è al terzo posto con 69 punti e precede Giappone (63), Gran Bretagna (50), Italia (47), Stati Uniti (35) e Germania (17).

Su questo piano vanno analizzati due fattori importanti. Il dato assoluto della percentuale del debito sul PIL e, ovviamente, la valuta in uso nel Paese preso in esame. Come ricorda il Wsj che cita lo studio del McKinsey Global, c'è una grande differenza tra Giappone, Usa e Gran Bretagna rispetto ai Paesi della zona euro. Questi Stati, a differenza di Eurolandia, possono stampare moneta senza un limite preciso. Cosa che invece non avviene nella zona euro. Se si valuta dunque la percentuale del debito rispetto al Pil la calssifica cambia. Il Giappone è al 240 per cento, dietro c'è la Grecia col Portogallo al 150 per cento, l'Italia al 139 per cento e la Spagna al 132. Poi c'è la Francia appena sopra al 100 per cento con Gran Bretagna e Stati Uniti ripsettivamente al 90 e al 75 per cento. Isola felice la Germania che è al 60 per cento.

Insomma a quanto pare Atene è in buona compagnia.

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