Economia

Taglio del cuneo fiscale, misura sperimentale fino a dicembre 2020

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto. Trovato un compromesso per accontentare i grillini: il taglio del cuneo fiscale sarà una "misura sperimentale". Andrà dal prossimo luglio a dicembre

Taglio del cuneo fiscale, misura sperimentale fino a dicembre 2020

Arrivano importanti novità in merito al taglio del cuneo fiscale, il cui decreto, partito dal Tesoro, è stato approvato dal consiglio dei ministri al termine di una complicata mediazione tra i partiti, soprattutto tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

Secondo quanto riferito dal quotidiano Il Messaggero, il provvedimento, che è ormai pronto a partire, presenta una modifica rilevante rispetto a quanto circolato nei giorni precedenti. È tutto scritto nero su bianco nel primo dei cinque articolo di cui si compone la misura.

Scendendo più nel dettaglio, il bonus da 100 euro per i redditi fino a 26mila euro e la detrazione sul costo del lavoro da 80 euro netti al mese in busta paga per chi supera la soglia dei 26mila euro annui e arriva fino a 40mila euro (decrescente con l'aumentare dei guadagni) fanno parte di una "misura sperimentale".

Cosa significa? In poche parole che il meccanismo dei bonus (o meglio dire, delle mance di Stato) ci sarà solo per sei mesi: dal prossimo luglio fino a dicembre.

La misura è limitata a quest'anno, in attesa della riforma complessiva dell'Irpef, e lo conferma la relazione tecnica partorita al termine del Consiglio dei ministri, la quale sottolinea che “l’intervento normativo si applica limitatamente alle prestazioni rese dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2020, in attesa di una revisione degli strumenti di sostegno al reddito”.

Parlando di cifre, il decreto recepisce l'accordo con i sindacati e prevede lo stanziamento di 2,9 miliardi di euro per 16 milioni di lavoratori dipendenti italiani nella seconda metà del 2020. I beneficiari complessivi saranno 4,3 milioni. E qui sta gran parte del compromesso accennato: i grillini ottengono di lasciare un tesoretto di 5 miliardi per l'Irpef.

Ricordiamo che il taglio del costo del lavoro, voluto con insistenza dal Pd, ha letteralmente prosciugato i fondi relativi al 2020. I dem avrebbero voluto attingere anche alle risorse stanziate per il 2021 (i citati 5 miliardi Irpef) e il 2022 (3 miliardi per il cashback), ma alla fine si sono dovuti "accontentare".

La suddivisione in fasce e le mance di Stato

Da considerare anche un secondo fronte caldo, quello tra M5s e Italia Viva. I renziani erano d'accordo con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri: sì al meccanismo del bonus fino a 28mila euro di reddito, così da consentire ai contribuenti incastonati nella fascia compresa tra i 26mila e i 28mila euro di ricevere un bonus "pieno" di 100 euro. I grillini avrebbero invece voluto limitare il bonus Renzi solo ai redditi più bassi, fino a 15-20mila euro; per gli altri, via al meccanismo della detrazione fiscale.

In ogni caso, tornando al compromesso, coloro che guadagnano fino a 28mila euro annui otterranno il cosiddetto trattamento integrativo del salario (una sorta di erogazione simile al bonus); al di sopra, scatteranno vere e proprie detrazioni.

La platea va da chi intasca 8.173 euro annui a chi ne porta a casa 40mila lordi. Il bonus oscilla da 600 euro per i primi a 96 euro per questi ultimi.

Le fasce da prendere in considerazione sono tre: il bonus Renzi passa a 100 euro al mese (più 20 euro rispetto all'attuale beneficio) per chi non supera la soglia di reddito dei 28mila euro annui.

Per coloro che rientrano nella fascia compresa tra i 28mila e i 35mila euro annui scatta una detrazione fiscale, a scalare con l'aumento dei guadagni, che oscilla tra i 100 e gli 80 euro al mese, per un massimo di 960 euro in più all'anno.

Gli appartenenti all'ultima fascia, da 35mila euro a 40mila, si devono accontentare di una detrazione, sempre a scalare in proporzione con i guadagni, che va da 80 euro fino all'azzeramento.

La reazione di Salvini

In merito alle novità introdotte dal taglio del cuneo fiscale Matteo Salvini ha espresso tutto il suo disappunto per una misura che, per il segretario della Lega, porterà ben pochi benefici agli italiani. "C’è l’economia ferma, l’Italia non cresce, ho visto la grande rivoluzione di Conte: sono tre miliardi per 16 milioni di italiani. Fatevi due conti: sono 46 euro a testa in un anno. Tanta roba ... come i tre euro di aumento ai pensionati", ha detto il leader leghista ad Agorà Rai Tre.

"Mi auguro che si voti perchè l’economia italiana ne ha bisogno. Gli italiani hanno bisogno di lavoro non di chiacchiere e questo governo chiacchiera" ha aggiunto Salvini.

L'ex ministro dell'Interno ha concluso il suo intervento facendo notare come ogni taglio delle tasse sia utile ma che "quest'anno gli italiani pagheranno 7 miliardi di euro di tasse in più" e che dal provvedimento "sono escluse le cosiddette categorie produttive".

Dunque "il ceto medio non avrà una lira di aumento".

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