Economia

Telecom alla prova dei conti. Poche sinergie con Vivendi

Attesa per i risultati di Cattaneo. Per il Credit Suisse scarsi vantaggi dai francesi che controllano il gruppo

Telecom alla prova dei conti. Poche sinergie con Vivendi

Telecom Italia scalda i motori in attesa degli appuntamenti societari dei primi di febbraio, che forniranno indicazioni più precise sulle politiche di riduzione dei costi intraprese dall'ad Flavio Cattaneo, subentrato nel marzo scorso nella gestione della società telefonica. Il 3 febbraio ci sarà il cda per l'approvazione dei dati preconsuntivi e, soprattutto, dell'atteso piano industriale. Mentre l'8 dello stesso mese il management sarà a New York dove, nella sede di Merril Lynch, avverrà la presentazione del piano ad analisti e investitori.

Una scelta che ha fatto un po' discutere visto che Merrill ha messo il titolo della società di tlc italiana tra quelli europei su cui puntare, con un target price particolarmente elevato: 1,6 euro per azione, ossia quasi il doppio rispetto alla quotazione attuale (0,83 euro). La banca Usa prevede «una crescita dell'ebitda, ossia dei margini, grazie alla ristrutturazione in corso nel business domestico». Il report di Merrill Lynch è positivo anche sul Brasile, rispetto al quale ci si attende un potenziale di recupero in uno scenario più stabile. Inoltre il primo piano firmato dall'ad Cattaneo dovrebbe garantire «un rialzo nei target di razionalizzazione dei costi e del capex (spese per capitale, ndr) accanto ad una visione più ottimistica di medio termine di crescita e di una potenziale riduzione dell'indebitamento». Insomma uno scenario roseo, anche se soltanto Merrill si è spinta a vedere una possibile quotazione del titolo a 1,6 euro per azione. Le altre banche d'affari infatti hanno puntato al ritorno di valore intorno a 1 euro, ossia quanto valevano le azioni Telecom lo scorso anno.

Ma forse a spingere all'ottimismo è la partita che sta giocando il suo principale azionista (con il 24%) Vivendi che, per poter mettere le mani su Mediaset, potrebbe trovare un accordo per vendere la sua quota Telecom all'operatore francese Orange. Non è un mistero che l'ex France Telecom sia interessata alla società italiana. Al momento Vivendi non è riuscita a fare grosse sinergie con Telecom, a parte la vendita di film cortometraggi pensati appositamente per gli smarphone e l'appalto, tramite gara, della gestione del budget pubblicitario, a Havas, la società media guidata da Yannick Bollorè figlio di Vincent, patron della stessa Vivendi nonché ideatore e artefice della scalata a Mediaset di cui ha acquisito quasi il 30%.

Strategie che però non hanno convinto gli analisti di Credit Suisse. Per la banca svizzera la valutazione attuale in Borsa di Vivendi, circa 18 euro, sarebbe troppo alta dato che non terrebbe conto dei rischi potenziali e delle «limitate sinergie tra i nuovi investimenti del gruppo con gli asset posseduti». Credit Suisse ritiene che ci siano «poche sinergie tra un produttore di contenuti come Vivendi e un operatore di tlc e che, dunque, siano limitati i vantaggi derivanti dalla quota posseduta in Telecom».

Secondo i piani immaginati da, l'investimento in Telecom sarebbe in linea con la strategia di Vivendi di concentrarsi sul Sud Europa per facilitare la distribuzione di contenuti. «Tuttavia - ha spiegato Credit Suisse nel suo report- il gruppo francese ha dato pochi dettagli su come la quota in Telecom potrà portare benefici al core business». Gli analisti svizzeri ritengono che l'acquisizione di Mediaset Premium avrebbe fornito più opportunità di sinergie. La battaglia tra Mediaset e Vivendi è iniziata proprio con il mancato acquisto della pay tv del Biscione da parte dei francesi.

Per Credit Suisse anche su questo fronte lo scenario è incerto per Vivendi anche per via della causa in tribunale promossa da Mediaset che potrebbe vedere i francesi soccombere ed essere obbligati a pagare ingenti danni al gruppo di Cologno Monzese.

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