Economia

Un tesoro sui conti correnti

Un tesoro sui conti correnti

Lavoriamo per i nostri soldi o sono i nostri soldi a lavorare per noi? Dietro la risposta a questa domanda, che sembra quasi banale, si nascondono invece approcci completamente diversi nei confronti del modo di gestire il risparmio. E allora è lecito chiedersi: dove vivono i risparmiatori più capaci? Quelli in grado di far crescere meglio i loro asset finanziari? Quelli in grado di uscire dalla logica del salvadanaio e di trasformarsi in investitori, in pianificatori?

La risposta arriva da una ricerca realizzata da Fritz Benedikt e Arne Holzhausen del centro Eulern Ermes, per Allianz. I risultati presentano un'Europa a due facce. La prima è quella dell'attenzione spasmodica alla sicurezza: Italiani, Portoghesi, Tedeschi e Austriaci, hanno preferito ricorrere a strumenti liquidi. Conti correnti, titoli di stato e pochi altri servizi del mercato monetario. Ma l'eccesso di liquidità ha penalizzato la crescita, che per questi paesi è stata decisamente inferiore alle attese, decisamente inferiore a quella di altre nazioni, come Irlanda, Olanda, Finlandia e Spagna che, nella corsa verso la crescita si sono mostrate più virtuose.

Pensate, dal 2003, se fossi stato, alto, biondo e finlandese, avrei fatto crescere i mie capitali del 121%. In pratica 100mila euro sarebbero diventati 221mila. Se invece, gli stessi 100mila euro li avessi utilizzati alla stregua di come abbiamo fatto in questi anni noi italiani la crescita sarebbe stata solo di 24mila euro. Così, noi italiani, consci delle incertezze future, per colmare questo gap, risparmiamo di più, e ci trasformiamo in formiche che aggiungono più risparmio nuovo a quello già accantonato e per farlo sacrifichiamo le scelte nel quotidiano. L'eccesso di liquidità sui conti correnti sta quindi creando una stortura tale da condizionare i nostri comportamenti. Se il nostro denaro non lavora per noi, siamo noi a lavorare per lui, siamo pronti a sacrifici che forse sarebbero inutili se solo sapessimo investire e pianificare, piuttosto che accantonare in strumenti finanziari dove la crescita resterà per sempre un'Utopia.

leopoldo.

gasbarro@me.com

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