Economia

Il Tesoro vende il 5,74% di Enel

Così lo Stato intasca 2 miliardi di euro. Ora tocca a Poste e Ferrovie

Il Tesoro vende il 5,74% di Enel

Il Tesoro vende oltre 540 milioni di azioni di Enel, equivalenti al 5,74% del capitale, scendendo così al 25,5%. Al valore attuale di Borsa si tratta di un ammontare pari a 2,16 miliardi di euro.

La procedura accelerata di raccolta ordini delle azioni Enel avviene un attraverso un consorzio di banche costituito da BofA Merrill Lynch, Goldman Sachs International, Mediobanca e Unicredit Corporate & Investment Banking in qualità di Joint Bookrunners. L’obiettivo, si legge nella nota, è di promuovere il collocamento delle azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri.

Portata a termine la cessione di un’ulteriore quota dell’Enel, il Tesoro spunta un’altra voce nella lista delle società, direttamente o indirettamente controllate, oggetto del processo di privatizzazioni. E può ora concentrarsi su altre operazioni importanti, a partire da Poste e Ferrovie. Proprio pochi giorni fa il Tesoro ha confermato che l’intenzione è di aprire il capitale di queste due società entro il 2015, "purché le condizioni dei mercati - ha precisato il ministro Pier Carlo Padoan - ci consentano di realizzare valore adeguati". L’iter, quindi, procede a tappe forzate e proprio questa settimana è prevista una riunione al Mef in particolare sul dossier Poste. Su Ferrovie, per la quale la deadline è fissata al 2016, sta lavorando la task force formata dai Ministeri dell’economia e delle infrastrutture.

Sembrano invece più in stallo le operazioni relative a Sace, Stm e soprattutto Enav: il relativo dpcm è stato approvato insieme a quello per Poste e fino a prima dell’estate la società sembrava pronta ad andare in Borsa a novembre, dopodiché si è avuto un rallentamento, aggravato anche dai problemi relativi al rinnovo del cda.

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